Avrebbe compiuto 64 anni oggi, Gaetano Scirea, se il destino maledetto non lo avesse strappato ai suoi cari quel 3 settembre 1989, nei pressi della cittadina polacca di Babsk. Lui, simbolo perenne di uno stile destinato a perdurare, ad entrare nella leggenda: la juventinità fatta persona, colonna, bandiera.

NUMERO 6 - Nato il 25 maggio del 1953, Scirea crebbe e si affermò calcisticamente nell’Atalanta di Corsini, prima di vincere tutto con la maglia della Juventus dal 1974 al 1988. Sette scudetti, due Coppa Italia, una Coppa Uefa, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea, una Coppa dei Campioni e una Intercontinentale. Come se il palmarès bastasse a descrivere un baluardo tanto importante dello sport: potremmo aggiungere la Coppa del Mondo conquistata da protagonista nel 1982, titolare in quella splendida finale di Madrid dove Rossi, Tardelli e Altobelli abbatterono la Germania di Derwall. No, i trofei non sono sufficienti a dipingere un quadro tanto immenso, tanto fondamentale nella memoria di qualsiasi tifoso bianconero e italiano. Quel numero 6 sta ancora correndo, in cielo, con un’eleganza - come uomo e come giocatore - che mai sarà eguagliata.