Un'operazione da oltre 100 milioni di euro che ha segnato irrimediabilmente uno spartiacque nella recente storia della Juve. Ma l'ha segnato in positivo o in negativo? Probabilmente la risposta esatta è: entrambe le cose.
L'arrivo di Ronaldo ha permesso a tutto l'ambiente di prendere confidenza con uno dei giocatori più forti della storia e ha permesso a tanti suoi compagni di squadra di confrontarsi e apprendere da lui. Proprio ieri elogiavamo di Federico Chiesa la capacità di interiorizzare tanto della grandezza del fuoriclasse portoghese nell'alzare il suo livello in maniera esponenziale grazie al duro lavoro e alla mentalità ferrea e costante.
E infine i gol. Addirittura 101 in tre stagioni tra tutte le competizione. Oltre 30 all'anno. Da quando si sbloccò finalmente alla 4^ giornata dell'ultimo campionato del primo Allegri juventino, con quella doppietta contro il Sassuolo, al sigillo nel match contro l'Inter vinto nel finale del difficile campionato targato Pirlo. In mezzo, anche la gestione Sarri, che mise a nudo tutte le difficoltà che si possono avere a gestire un campionissimo del genere. Che costringe la squadra a mettersi nelle sue mani, anzi nei suoi piedi, accettando di giocare per lui.
Colpa o meno di Ronaldo? Non è ora questa la sede per dare tale risposta. Ma il bilancio di questo triennio parla di un giocatore fenomenale, capace in prima persona di spostare gli equilibri del marketing e garantire fisso oltre 30 reti in una stagione, risolvendo quasi da solo intere partite. E di una squadra che però non è riuscita a garantire intorno a lui il giusto apporto per poterlo rendere il conquistatore di trofei in serie visto nella parte precedente della sua carriera. Il suo palmarès juventino parla di 2 scudetti, 2 Supercoppe italiane e una Coppa Italia. Oltre al titolo di capocannoniere in Serie A quest'anno.