Sarebbe lui, in sostanza, la personificazione di quella “voce” che avrebbe gridato alla bomba scatenando il successivo inferno. Lo stanno cercando. Se si trattasse di un folle che venga richiuso. Se si presentasse da solo per confessare la “bravata” che venga reclutato per i servizi sociali a tempo indeterminato. Chi lo conosce faccia il suo nome. Non si tratterà d’infame delazione ma di un atto dovuto alla società civile oltreché al rispetto per tutti i feriti e in particolare al povero bambino ancora in coma.
Tant’è, a detta dei proprietari dei bar della piazza, costoro avevano iniziato a provocare a fare casino parecchie ore prima della diretta sui maxischermi. Se dunque esiste il folle delinquente che ha provocato la sfiorata strage va ricercato tra i componenti di questa gentaglia. Certamente altri tipi di responsabilità esistono e sono a carico degli organizzatori i quali non hanno vigilato a sufficienza poiché, lo dicono le immagini televisive, hanno permesso agli ambulanti di vedere birra e bevande in bottiglie di vetro vietatissime. Per non parlare dell’odore inconfondibile del “fumo” percepito in alcune zone della piazza.
La prima ministra di ferro spazzò via in un amen tutti gli hooligan con azioni che potevano sembrare repressive ma che in realtà erano soltanto giuste. Che non ne lasci in giro manco più uno di questi animali. Che bonifichi una città civile e bella da questo “cancro” insopportabile. Finiscano in galera gli ultras e non barboni senza tetto, immigrati o chi ruba una mela perché ha fame. Che Torino possa essere vissuta come Manchester l’altra sera. Con amore. Soltanto con amore.