GLI INIZI - "Faceva il terzino destro. Poi ala destra, perché il ragazzo aveva tecnica e l'allenatore lo aveva spostato in avanti. Qualche volta ha giocato anche a sinistra".
IL PADRE DECISIVO - "Un giorno mi chiama e mi dice: credo che il mio ragazzo abbia dei numeri, vieni a vederlo. Andai e dopo mezzora strinsi la mano a Mato: affare fatto, lo prendo con me. Prima della fine della partita avevamo l'accordo su tutto. Quando Mario è arrivato a Torino era certamente orgoglioso di vestire quella maglia, ma forse pensava fosse un passaggio della sua carriera. Nel corso delle stagioni si è letteralmente innamorato della Juventus, del club e del suo pubblico. Forse solo con il Bayern era così affezionato e convinto, ma qui alla Juventus c'è qualcosa di più".