Il piano Bohr. Bohr come il cognome di Niels Bohr, fisico danese del XX secolo che ha lavorato sulla bomba atomica. È questo il nome del progetto di Andrea Agnelli, ex presidente della Juventus, e Nasser Al-Khelaifi, menzionato per la prima volta in un’intervista al Financial Times dello scorso gennaio e svelato in queste ore. Un piano Superlega ancor più chiuso e precedente alla stessa. Come racconta L'Equipe, l’incontro tra Al-Khelaifi e Agnelli avvenne nell’autunno del 2020, circa sei mesi prima del lancio nell’aprile 2021 della Superlega sostenuta da Real Madrid, Barcellona e Juventus, con il consenso di altri nove grandi club. Al-Khelaifi si sarebbe occupato della parte finanziaria del progetto, mentre Agnelli ne avrebbe gestito la governance. 

Il piano Bohr e la Superlega: i dettagli del progetto


Un progetto partito dalla necessità di unire i 16 top club in una competizione fatta da ed esclusivamente per loro, composta dai 14 club con i redditi più elevati, altre società invitate (Lione e Milan) e gli ultimi provenienti dalle competizioni europee e non più direttamente dal loro campionato. Un totale di 24 squadre, divise in quattro fasce da 6 ciascuno. Così ogni squadra nella prima fase avrebbe disputato 32 incontri, 16 in casa e 16 in trasferta e alla fine solo alcune di queste squadre sarebbero state eliminate, mentre le altre si sarebbero affrontate in incontri di andata e ritorno negli ottavi di finale, nei quarti di finale e in semifinale, con la finale che si sarebbe giocata in gara secca.

Il piano Bohr e la Superlega: fuori dai campionati


Contro chi gioca la Juve la prossima partita: data e orario
«Secessione totale dalle leghe nazionali al fine di massimizzare i ricavi». Secondo questo progetto il fatto più rilevante sarebbe stato l'addio totale ai campionati nazionali, dove - secondo L’Equipe – avrebbero probabilmente fatto giocare le loro squadre B. Nel progetto Bohr, l’UEFA sarebbe stata coinvolta, poiché è scritto che avrebbe dovuto «garantire la legittimità della competizione ed essere l’unico distributore a livello di solidarietà (degli aiuti versati agli altri club)». La speranza  degli organizzatori con la nuova competizione era di raccogliere 12,2 miliardi di euro all’anno , ridistribuendone 8,2 ai club.