Andrea Agnelli dopo le molte accuse, interviene anche sulla questione diritti tv e sui fondi in Lega: «Se i fondi ripresentassero le condizioni che offrirono il 3 di febbraio, vado a memoria, anche oggi non ne favorirei l’ingresso. Ho fornito ampie spiegazioni anche in Lega, non ricordo se nell’assemblea del 3 o del 10 febbraio, poco importa la data. Ho detto che temevo una flessione dei valori della serie A. Alla luce dell’esito dei bandi per i diritti non è andata così, pertanto la medesima operazione avrebbe dovuto prevedere numeri superiori a quelli presentati».  

DAL PINO - «Prima dell’ultima lettera inviata ho chiamato Dal Pino, un atto di cortesia. “Paolo, noi ci siamo trovati in una situazione di stallo” gli ho spiegato “questo stallo deriva dalla gestione della proposta dei fondi. Non aver mai più portato, dal 3 febbraio al 26 marzo, quel tema all’ordine del giorno ha fatto sì che si creasse una spaccatura di fatto. Il presidente è una figura di garanzia e a nostro giudizio non ha svolto questo ruolo nella buona e sana gestione della Lega. Riportare un tema all’ordine del giorno è un potere del presidente, e questo è un fatto oggettivo. Bastava porre all’ordine del giorno la domanda “interessano ancora i fondi?».