REGALI DI NATALE - "Li ho già comprati, sono quello che ne compra di più. Non solo per la mia famiglia, anche per tanti bambini in Brasile".
FAMIGLIA - "Ho una bambina di tre anni, porta la felicità a casa, ha tanta energia. Vuole sempre andare allo stadio, impazzisce per Jay, inizia a calciare il pallone le prime volte".
NOME - "Ho due nome, Alex e Sandro. Quelli che mi conoscono meglio mi chiamano Alex, come i miei amici o la mia famiglia. Io preferisco Alex, ma anche Alex Sandro va benissimo".
L'ALBERO - "Lo faccio sempre, il mio albero di Natale è sempre pronto in un sacchetto che tiro fuori sempre pronto ogni anno".
RUOLO - "Ho iniziato come tutti da attaccante, poi trequartista, mezzala e dopo terzino. Ho fatto tante partite anche al Santos da mezzala, mi sentivo bene. Il primo test all'Atletico Paranaense l'ho fatto da trequartista, con la maglia numero 10. Un allenatore lì mi ha detto che se avessi giocato terzino sarei arrivato fino alla Nazionale brasiliana".
SENZA CALCIO - "Cosa avrei fatto? Se non il calciatore sicuramente qualcosa nello sport, ne ho fatti tanti nella mia vita, pallavolo, basket, pallamano".
FUORI DAL CAMPO - "Sono veramente tranquillo, voglio avere una vita tranquilla. Non disturbo nessuno e nessuno mi disturbo, facciamo tutti una bella vita".
NUMERO 12 - "In Brasile il terzino sinistro usa la 6. Quando sono arrivato c'erano il 5 e il 12 libero. La 5 non mi piaceva, poi la 12 l'aveva Hulk al Porto e mi piaceva moltissimo, l'ho scelta per questo. Siamo molto amici, ho pensato di prenderla anche io".
DANILO - "Sempre io e Danilo, anche le nostre moglie e i nostri bambini sono amici. Ritrovare Danilo è stato bellissimo per tutti, anche in famiglia. Abbiamo iniziato insieme al Santos, poi anche al Porto, in Nazionale e alla Juventus. Le nostre storie sono incrociate, è bello così".