UNDER 23 - “Credo che l'Under 23 sia un passaggio molto importante per la crescita dei ragazzi, il distacco tra la primavera e la prima squadra, soprattutto alla Juve, è troppo ampio. Anche sulla prima squadra, quando sono con noi la maggior parte ha un livello più alto e tengono i ritmi fisici e tecnici. Miretti ha fatto 4 partite, buone ed è stato bravo. La qualità di quel ragazzo è che è affidabile".
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GIOCHISTI E RISULTATISTI – “Mi diverte un po' la questione. Alla fine, bisogna cercare di vincere. Non c'è un metodo unico, servono giocatori bravi, metterli nelle condizioni e dare un'idea. Tutti lo fanno. Quando alleni la grande squadra è arrivare a vincere, tutti vogliono giocare bene. Che è una parola astratta: ci si ricorda dell'azione o del gesto tecnico di difensore, attaccante o portiere? La rovesciata di Ronaldo, chi si ricorda dell'azione? Poi dipende dalle caratteristiche dei giocatori e dal dna della squadra. Se mi ha influenzato? Quando si allenano le grandi squadre, devi vincere. Quindi un metodo lo devi trovare. Al Milan e alla Juve ci sono due mentalità diverse, ma con la stessa unità d'intenti. La Juve ha un DNA ben preciso: lavorare duro, la prima società in Italia, ora è cresciuta tanto in Europa. La Juve ha giocato 9 finali, che sono tutte un evento. Nella scelta dei giocatori non puoi tradire il dna. Nessuno parla del gioco del Real, ma i campioni. Tutti parlano del Barcellona, che non vinceva da tempo prima dei Messi, Xavi, Busquets, Iniesta... hanno iniziato a vincere lì, con Guardiola. In Italia andiamo a scimmiottare gli altri. Si rincorrono tutti, ma quando lo fai sei sempre dietro. Cerchiamo di lavorare sulle nostre qualità".
CAZZEGGIO CREATIVO - "Le sfide con Pogba e Vlahovic? Sono quei momenti di divertimento, di sfida, per un rapporto diverso con un giocatore. Dopo 3 anni che non giocavo, ho organizzato una partitella tipo gabbione. Io e Padoin nella stessa squadra, ma non capivano il giochino. Poi hanno voluto i rigori, anche se avevano perso 2-1. Serve a stimolarli. Alcuni erano negati a basket? Eh, avevano le tavole al posto delle mani".
SCONTRI - "Ogni tanto è bello scontrarsi, un campione non si abbatte e telefona al procuratore, ti dimostra che lui è il campione. E quello vince le partite, fa la differenza. È più facile per me allenare i grandi campioni".
NO AL REAL - "Era una sfida che mi ero posto nel tornare. Una scelta anche per mio figlio che vive a Torino, non me la sono sentita di andare. Questa è una sfida che insieme a tutti voglio vincere, voglio tornare insieme alla Juve a vincere in Italia e a far bene in Europa".
REAL-JUVE 1-3 - "Oliver? Arbitrò in maniera divina, non pensava mai che succedesse quello che era successa".
DUE ESTERNI - "Potremmo vederla, una Juve così".