Non serve la consultazione del vocabolario, è sufficiente uno sguardo a 360° sulle ultime vicende juventine per averne un'esatta misura. Da tempo immemorabile non si palesava un momento così delicato, nel quale augurarsi di trovare il pertugio di uscita il più presto possibile. In effetti anche la partenza al rallentatore di 3 anni fa, determinata da ambientamenti e rimescolamenti di spogliatoio, pareva troppo strana per essere vera. Sappiamo tutti come la soluzione fu trovata per una scintilla che rischiarò il cammino. E fu un cammino trionfale.
E parte la ridda dei numeri: 3-5-2, 4-2-3-1, 4-3-3. Non bastasse c'è anche l'albero di Natale e l'annosa diatriba se giocare a 2 o a 3 in mezzo al campo. Penso che mister Allegri abbia le idee chiare, ma non ne dà mai la netta sensazione ed i dubbi si fanno strada. Se andasse in confusione anche lui, sarebbe la fine. A proposito, è sempre valida la tradizione che vede vincente la squadra meno perforata o da quest'anno si ribalta il credo? Eccezione o confusione?
Pure i giudizi degli addetti ai lavori non sono univoci. I voti delle pagelle oscillano da un giornale all'altro e spesso viene da chiedersi se la partita in esame è la stessa. C'è confusione (o piuttosto incoerenza) tra i supporters che un giorno vogliono Tizio e l'altro non più, a favore di un compagno che il giorno prima era caduto in disgrazia.
Sia Allegri a dare un segnale: un modulo finalmente stabile ed interpretato da 11 titolari, per stabilire le gerarchie in seno alla truppa, prima che sia troppo tardi e nel mentre che la Juventus è ancora in corsa per tutti gli obbiettivi. E' l'ora delle scelte definitive, per la salute mentale dell'ambiente, per non lasciare incompiuta la costruzione di un'altra stagione da tramandare ai posteri. Fino alla fine, lontana come la somma di inverno e primavera messi assieme.