SPIRITO LIVORNESE - “Qualche volta la capisono due giorni dopo, poi si abituano e capiscono. Ultimamente il calcio viene preso troppo sul serio e quindi far capire a tutti, dai calciatori a lo staff, che per raggiungere gli obiettivi bisogna stemperare la tensione aiuta molto.”
CALCIO GIOVANILE - "Nella categoria Allievi al Cuoiopelli volevo giocare e non essere aggregato alla prima squadra, mentre invece mi facevano allenare con la prima squadra e non giocavo mai. I ragazzini devono giocare e invece oggi il calcio da così tanta visibilità che perdono la realtà. I giovani devono giocare, se sei bravo poi torni su, ci sono giocatori che poi svernano. Già si perde tempo facendo il campionato primavera che è un campionato inutile, ci vorrebbero le seconde squadre. Ero svogliato da calciatore ma non da allenatore. Sono due mestieri diversi, le due cose non vanno di pari passo. Quando uno smette di giocare deve capire cosa vuol fare. Da giocatore mi allenato e decidevo. Nessuno ti regala nulla, se manca la testa per giocare a calcio vuol dire che ti manca un pezzo del corpo.”
BARZAGLI - “E’ l’unico dei miei calciatori con cui ho giocato. Gli dissi che se voleva far carriera doveva fare il difensore, se voleva fare il mediano sarebbe dovuto andare in Lega Pro.”
MILAN - “Dissi a Berlusconi: ‘Se prende Ibra vinciamo lo scudetto’. Sono riconoscente a Galliani e Berlusconi che mi hanno dato una squadra di campioni anche se in età avanzata. Con loro abbiamo fatto una stagione eccezionale arrivammo in fondo con giocatori che stavano smettendo ma per me sono stati 4 anni meravigliosi. Il primo anno ho allenato calciatori che mi sarebbe piaciuto allenare 6/7 anni prima."
PRIMA TELEFONATA JUVE – “Stavo facendo il trasloco di mia figlia da Milano. Mi arrivò una chiamata strana, era un momento in cui sembrava fossi destinato alla nazionale. Alle cinque mi chiamano e mi dicono che il presidente mi voleva parlare, poi vidi un messaggio che diceva che Conte si era dimesso e allora capii.
PRIMO ANNO – “In Champions la Juve veniva dall’eliminazione ai gironi. Abbiamo fatto un bel percorso e non è ancora finito. Siamo cresciuti in consapevolezza ed autostima ma questo ancora non basta.”
VIA TEVEZ, PIRLO E VIDAL – “Tevez e Pirlo hanno fatto una scelta, Vidal è stata un’occasione di mercato che la Juve con me ha deciso di sfruttare. L’anno dopo è stato diverso. Tutti e tre gli anni sono stati diversi. Il primo anno bisognava solo crescere in Europa senza stravolgere niente. Difesa a quattro? Bonucci, Barzagli e Chiellini sono i più forti in Europa e possono giocare come vogliono la dimostrazione è la finale del 2015 dove hanno giocato uomo contro uomo per 50 minuti.”
POST SASSUOLO – “Io nemmeno parlai, parlarono il presidente, Evra e Buffon, io non avevo bisogno di parlare, c’era da ricostruire e la squadra poteva vincere un tot di partite. Una volta dissi ai ragazzi che lo scudetto si poteva vincere, credevano avessi fatto uso di sostanze, bastava riprendere il cammino. Sorrido quanto sento i santoni che dicono fanno e che sanno poco di calcio giocato e sensazioni, credevano fossimo finiti, ma io mi diverto.”
QUESTA STAGIONE – “Togliere Higuain al Napoli e Pjanic alla Roma vuol dire indebolire le avversarie. Abbiamo fatto 91 punti con una finale di Champions e la terza Coppa Italia. I 50 minuti della finale con il Real non possono far pensare che abbiamo fatto una stagione normale.”
SARRI – “Accetto e sono felice che si dica che gioca meglio. Veder giocare le sue squadre è piacevole ma quando devi giocare con l’obbligo di vincere non sempre si può giocare bene ma io dico sempre che ci sono quelle 5-6 partite che devi vincere in maniera sporca, giocando male. Non tutta la stagione è uguale, ci sono momenti e momenti.”
RABBIA A DOHA – “Una squadra come la Juve doveva giocare in maniera diversa a Doha, era un momento particolare ma non esiste giocare una partita del genere, specialmente nel secondo tempo. Perdere mi infastidisce molto. In fondo alla partita si possono fare due cose: gestione della palla o fase difensiva.”
BONUCCI PUNITO – “In quel momento li era giusto far così. A volte c’è bisogno di chiudere un occhio, altre vanno tenuti entrambi. Poi mi sono punito anche io, abbiamo sbagliato entrambi ma dovevano essere prese delle decisioni. Leo deve capire che lui è il futuro leader dello spogliatoio della Juventus.”
LA MIGLIOR E LA PEGGIOR PARTITA – “Vincere lo scudetto contro la Roma avrebbe potuto compromettere la finale di Coppa Italia. La partita perfetta? A Dortmund, la migliore che abbiamo fatto. Sul piano tattico quella di Barcellona, anche meglio del 3 a 0. La peggior burrasca? Il primo tempo con il Bayern in casa, poi siamo stati bravi nel secondo tempo.”