SCUOLA FORMATIVA - "È quello il luogo migliore per insegnare alcuni valori di fondamentale importanza per i giovani come la salvaguardia della propria salute. I coach possono dare un contributo decisivo perché gli atleti si fidano degli allenatori e li ascoltano non solo quando spiegano uno schema di gioco. E' opportuno mettere a frutto questa fiducia e spingere gli allenatori a occuparsi anche dei corretti stili di vita".
DOPING - "Credo sia la vera piaga dello sport. Non comprendo il gusto di essere premiati per una vittoria che non è stata conquistata con le proprie forze. Lo sport agonistico è talvolta inteso solo come fatica e sacrificio, dovrebbe invece essere vissuto come impegno, passione e divertimento. Lo sport può essere una professione bella e dura nello stesso tempo".
ORIGINI - "Le origini non vanno mai scordate, così come i valori che apprendi dall’ambiente in cui cresci. Crescere da livornese all’inizio della carriera può essere un limite, ma quando riesci a integrare allo spirito 'anarchico' della città un’etica del lavoro e la serietà nell’affrontare le diverse situazioni, hai una marcia in più".
ALLODI - "Allodi aveva ragione sul carattere di sicuro. Come allenatore mi etichettano in tanti modi, ma la definizione a cui sono più legato è una che alcuni mi muovevano come critica: aziendalista. Un allenatore è come un manager, e deve far rendere al meglio le risorse che ha disposizione: se i risultati aziendali sono buoni, i risultati sul campo lo saranno altrettanto".
PARAGONE CON UN ATLETA - "Quando giocavo, il calcio ha vissuto la sua ultima rivoluzione, con l’abolizione del retropassaggio al portiere: quando ho cominciato, da professionista, c’era ancora. Negli ultimi 25 anni sono cambiati il gioco, la struttura fisica, le metodologie di lavoro. Mi piacerebbe dire Pjanic, ma Miralem è sicuramente più bravo".
SALUTE - "Quando si parla di salute divento 'fissato', e tengo molto di più a questo ruolo che ai premi individuali. L’allenatore è un punto di riferimento per i ragazzi che allena, e questo a ogni livello: se noi tecnici riuscissimo a trasmettere a ognuno quanto siano importanti una vita sana fuori dal campo, mangiare bene, fare attività fisica, evitare il fumo e le bevande alcoliche, avremmo conquistato la nostra Champions League. Investire nello sport, facendo seguire queste regole, significa prevenire malattie e quindi diminuire le spese per lo Stato, contribuendo alla crescita dei ragazzi assieme a scuola e famiglia".