Questa volta ha davvero ragione Max Allegri. Quello sfogo di Doha, condizionato da una premiazione che ha reso più trasparenti del dovuto i muri dello spogliatoio bianconero, è normale. Anzi, giusto. La sconfitta ci può anche stare, nonostante il dna della Juve non renda mai digeribile un ko anche se ai rigori, specialmente quando in palio c'è un trofeo. Il modo in cui è stata consegnata la Supercoppa al Milan, però, non è accettabile. Ha avuto ragione Allegri ad infuriarsi, anche con sé stesso. Ha ragione a ribadirlo prima della ripresa nel nuovo anno. Una Juve che dura mezz'ora e poi sparisce dal campo non è accettabile, non è nemmeno seria come dichiarato dallo stesso tecnico. Non è sicuramente replicabile, d'ora in poi passi falsi sono difficilmente assimilabili senza colpo ferire. Ed allora, questa volta ha ragione Allegri ad arrabbiarsi, a non nasconderlo, a spiegare e difendere quello sfogo anche a settimane di distanza. Perché è giusto lodare la sua squadra quando fa bene, anche tutelandola ogni volta dagli attacchi sempre in agguato dall'esterno. Ma anche riportarla sempre sulla terra, soprattutto quando si parla di atteggiamento e non di errori tecnici.

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