Cosa resterà di questa Juve sciagurata? Neanche il tempo di sopportare il presente, che il futuro inizia a bussare alla porta del club: senza Champions sarà durissima mettere su una squadra in grado di poter competere sin da subito. Per questo è inevitabile dare uno sguardo anche al futuro, oltre che al motto del momento ("partita dopo partita"). Semplicemente, occorre un'unità d'intenti e una visione comune: la Juve ci è già passata, in quelle annate da settimo posto. E deve uscirne prima che sia troppo tardi. 

L'INIZIO - Eppure l'inizio è un disastro. E Allegri può solo prenderne atto. Per capirci: ci sono dati che ben disegnano il percorso da incubo dei bianconeri, come il fatto che questa Juventus non stia facendo peggio solo di quelle di Sarri e Pirlo, ma anche di Delneri. Ha solo 15 punti, 4 in meno di quella Juventus, che nel 2010-11 arrivò settima. 

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LE DIFFERENZE - In ogni caso, la Juve di Delneri - che pure aveva Del Piero, Nedved, un giovane Chiellini - era una squadra che aveva sacrificato la mentalità operaia avuta con Ranieri e che raccoglieva i cocci dell'era Ferrara-Zaccheroni. C'era tanto lavoro da fare, insomma (che anche Conte sfruttò in seguito), oltre a una mentalità vincente da costruire. Allegri punta allo stesso, ma con un background diverso: la grande differenza tra quella Juventus e questa, sta proprio nell'esperienza di chi siede in panchina.