Che alla Juventus interessasse pochissimo questa partita, lo si comprende dalla formazione iniziale: in panchina sono rimasti Cancelo, Chiellini, Matuidi, Pjanic, Ronaldo nemmeno convocato, in campo è stato schierato uno strano 4-4-2, con De Sciglio e Spinazzola esterni di difesa, Rugani centrale, e linea di centrocampo a 4, Bernardeschi-Bentancur-Emre Can-Alex Sandro, ritorno alla vecchia coppia Dybala-Mandzukic in attacco.

EMRE CAN KO E SVOLTA PJANIC - Formazione che non ha funzionato fin dall’inizio: a fare da play basso avrebbe dovuto essere Bentancur, con Emre Can a fare la solita mossa di allinearsi con i difensori, far salire gli esterni e quindi essere il primo portatore di palla ad iniziare la manovra.
 Situazione che non è proseguita a causa dell’infortunio del tedesco. Siccome Khedira non è utilizzabile in quel tipo di lavoro tattico, Bentancur ha dovuto abbassare il suo raggio d’azione e dunque diventare facilmente bloccabile e prevedibile, in una zona nella quale - ammettiamolo - Bakayoko sembrava davvero poter sovrastare chiunque si avvicinasse. Il vantaggio del Milan, lasciando perdere la discussione sul rigore, è stata la logica conseguenza di un gioco sterile dei bianconeri, a fronte di iniziative più efficaci dei rossoneri. Solo nei minuti di recupero si è vista qualche reazione della Juve. Nella ripresa le cose sono totalmente cambiate, con l’innesto di Pjanic per Spinazzola, Alex Sandro abbassato in difesa, e Bernardeschi avanzato a formare il tridente offensivo, situazione ulteriormente consolidatasi con l’ingresso di Kean. Questo perché a centrocampo abbiamo avuto nuovamente un vero regista, e Bentancur è potuto tornare a fare il suo gioco congeniale da mezzala. Nella mezzora finale si è vista solo Juventus in campo, con il Milan di fatto incapace di poter impensierire come in precedenza la retroguardia bianconera.