E adesso non ci sono più scuse per Allegri. Con l’arrivo di Rincon, che ovviamente lui conosce meglio della maggiorparte dei tifosi bianconeri, il tridente non può più essere rinviato. No, è tempo che la Juve scenda in campo con tre attaccanti.

 

Che poi uno dei tre possa anche essere tavolta Pjanic, trequartista alle spalle di due vere punte, oppure che la base del progetto preveda una difesa a quattro, non importa. Ciò che conta è che Allegri prenda coraggio e al tempo stesso prenda anche atto che non si può prescindere da un atteggiamento più offensivo e non si può più essere schiavi di dubbi tipo quelli che lo hanno spinto a non schierare Dybala nella formazione iniziale della sfida di Doha contro il Milan.

 

Insomma, è auspicabile che il nuovo anno possa portare un piccolo cambio di mentalità, suggerito da una mossa di mercato che sembra sia stata concepita proprio con questa logica. Vale a dire: Rincon è l’equilibratore del centrocampo. D’accordo al suo posto tutti credevano che ci sarebbe stato Witsel, ma la Juventus è un club che negli ha dimostrato di saper andare oltre le difficoltà e di adeguarsi sempre con pragmatismo a qualsiasi evenienza.

 

Così è stato anche per il mancato acquisto del belga, approdato in Cina nella squadra di Cannavaro, un altro ex che rievoca trasferimenti dolorosi (nel dopo-calciopoli, quando se ne andò al Real Madrid con Capello). Se Witsel avrebbe dovuto essere l’uomo designato per velocizzare le ripartenze, ora l’arrivo di Rincon garantisce una maggior solidità al reparto e, probabilmente, una più spiccata libertà d’azione in fase propositiva del duo Khedira-Marchisio, a quest’ultimo in particolare.

 

Meno oberato da compiti di presidio della metà campo, Marchisio potrebbe esprimersi al meglio interpretando il ruolo più da mezzala, con i risultati già raggiunti che ben conosciamo. La manovra ne ricaverebbe sicuro giovamento. Lo stesso Pjanic, con Rincon alle spalle, saprebbe forse superare l’impaccio mostrato in troppe occasioni.

 

Quella del venezuelano è stata una mossa pensata e realizzata in corsa. Anche sulla base di quanto evidenziato in campo dalla squadra. Ad esempio la disponibilità di Mandzukic a sacrificarsi sulla fascia. Come detto, con grande senso pratico, Marotta e lo staff hanno lasciato la pista Witsel e immaginato una nuova strategia.

 

Con un ultimo fine: vedere una Juventus più offensiva, magari con un tridente dichiarato e non nascosto.