La premessa è che Allegri sa svolgere il suo lavoro in modo straordinario: se ha conquistato sei scudetti (solo Trapattoni ne ha di più in bacheca, sette) significa che è un fantastico vincente. E non è facile esserlo, né è scontato, anche quando si ha la squadra più forte. Però…
Però, leggendo i nomi che compongono la sua Juve, pesando la qualità degli interpreti, si ha la sensazione che questa squadra così grande, con tanti campioni, qualche fuoriclasse e un fenomeno, potrebbe offrire un calcio decisamente migliore. Quindi più spettacolare e piacevole, ma anche più utile a fronteggiare i momenti di difficoltà: se si ha una squadra con un’identità precisa e definita, con un’anima tattica propositiva, diventa più semplice gestire le assenze, le emergenze, i cali di rendimento. E anche un’Ajax bella e fresca come quella che ha eliminato la Juve avrebbe avuto probabilmente maggiori problemi a battere i bianconeri, considerata la differenza di valori che - ne siamo convinti - esiste tra le due squadre.
Lo diciamo da tempo: Allegri sarà ricordato per quanto ha vinto, non per come l’ha fatto. E’ il nuovo Trapattoni, insomma, certo non il nuovo Sacchi. Il suo lavoro merita un grande plauso, ovviamente, e la storia gli riserverà uno spazio. Ma oggi, forse, la Juve può pensare anche a qualcosa, e qualcuno, di diverso.
@steagresti