Questa sconfitta - che brucia, brucia tanto, e soprattutto nega alla Juve la possibilità di disputare la finale di Coppa Italia - ha più che mai un principale "colpevole". Che risponde al nome di Massimiliano Allegri. A San Siro, in una partita decisiva per entrambe le squadre in campo, il tecnico livornese ha fatto storcere il naso ai tifosi ancora prima del fischio d'inizio: quantomeno originale - per non dire altro - la formazione schierata dal primo minuto, con Leonardo Bonucci che non giocava titolare da sei mesi buttato nella mischia al fianco di Alex Sandro, Mattia De Sciglio piazzato sulla destra (con Fabio Miretti alla sua sinistra) e un attacco senza punte, formato da Federico Chiesa e Angel Di Maria, con Arek Milik individuato evidentemente come "arma" per spaccare la partita.

Juve, cosa c’è dietro le parole di Allegri: saldo al comando, ma i dubbi sul futuro non mancano
Un'"allegrata", ha pensato qualcuno, e chissà che non possa funzionare. Una "pazzia", hanno invece sostenuto molti altri. Che hanno avuto ragione, e per capirlo sono bastati solo pochi minuti contro un'Inter poco arrembante ma comunque solida, capace di colpire alla prima vera occasione. Ma il peggio della serata, in realtà, non era ancora arrivato. Sì, perché con l'inizio della ripresa Allegri ha optato per mandare in campo Milik (e fin qui, scelta legittima) al posto di... Filip Kostic, tra i "meno peggio" del primo tempo e soprattutto il "re dei cross", ovvero il giocatore che avrebbe potuto rivelarsi preziosissimo proprio per servire il centravanti "di ruolo" in area. 

Finita qui? Eh no. Perché il tecnico della Juve, non contento, dopo aver mandato in campo Leandro Paredes per rilevare Manuel Locatelli (ammonito pochi istanti prima) ha completato il suo personale capolavoro decidendo di chiamare Danilo - il miglior difensore della stagione bianconera, lasciato in panchina in nome di un turnover dalle motivazioni non ben precisate - per concedere un po' di riposo a Leonardo Bonucci. Che non correva al meglio già da qualche minuto, ma che comunque aveva chiesto espressamente all'allenatore di non affrettare i tempi della sostituzione, uscendo poi dal terreno di gioco con un'espressione di evidente fastidio. La "sagra degli errori" - anzi "orrori" - per Allegri, che questa volta ha davvero esagerato. Uno spettacolo desolante, che costa una finale. E che la Juve non merita, non più.