NON BASTA LO SCUDETTO - E proprio questo tema ha affrontato Allegri in conferenza stampa. A specifica domanda sul perché la Juve abbia scelto di separarsi sia con lui che con Sarri dopo lo scudetto vinto, ha risposto così: "Andiamo indietro... Me lo sono dimenticato. Sicuramente, parlo per me, era giusto dividersi e ci siamo divisi. La Juve ha vinto lo scudetto l'anno dopo ed era giusto così. Magari non ci saremmo ritrovati dopo. La Juve è piena di bivi, combinazioni, a volte bisogna lasciar andare le cose ed essere un po' fatalisti". Doveva andare così, questa la spiegazione di Max, anche se i motivi dietro l'addio dei due allenatori sono ben diversi.
IL 'NO' DELLA SQUADRA - Dietro l'esonero di Sarri invece, dopo solo una stagione e lo scudetto, ci sono questioni che vanno oltre l'aspetto tecnico e di campo. Certo, le prestazioni in Champions League non avevano convinto, anzi, ma ancora più decisivo è stato il gruppo squadra. Il feeling, tra i giocatori e l'allenatore non si è mai rotto, ma solo perché non è mai iniziato. Lo confermano, tra il detto e il non detto, le parole degli stessi protagonisti. Troppo difficile per Sarri riuscire ad entrare in quel mondo Juve che vinceva da anni. Un "progetto" destinato a finire e che non aveva prospettive, almeno con quella squadra.