"In Italia la tattica, gli schemi, sono tutte cazzate. Il calcio è arte e gli artisti sono i grandi campioni, non devi insegnare niente, li devi ammirare e metterli nelle migliori condizioni di fare bene". E così il nuovo "affronto" di Massimiliano Allegri a Maurizio Sarri e al suo modo di pensare e vivere il calcio è servito. Nelle proprie parole a ESPN, il tecnico livornese si è schierato apertamente, ancora una volta, contro un calcio fatto di eccessivi schemi e tatticismi, per tornare a "respirare" le partite, a partire da chi sta in panchina. E, se nella Juventus la differenza evidente e sostanziale tra Allegri e Sarri ancora non si è vista, perché il percorso di transizione da un'era all'altra non può che essere ancora a metà strada, quando parlano esce fuori tutta la controversia che vive in due modi opposti di vivere lo stesso ruolo nello stesso sport. Allegri, però, quando si schiera così apertamente e quasi "sfida" il suo successore in bianconero, rischia grosso.

Allegri: 'I calciatori sono come i cavalli. Tattica? Tutte ca**ate'
LA SFIDA - Le 191 vittorie in 269 partite sulla panchina della Juventus, equivalenti a un 71% mai visto nella storia del club, con 11 titoli conquistati in tutto, comprensivi di cinque scudetti, quattro Coppa Italia e due Supercoppa Italiana, parlano da soli. Sarri sta combattendo ad armi pari, almeno per il momento, il confronto con l'Inter di Antonio Conte per confermarsi campione d'Italia e non interrompere la striscia di otto successi consecutivi dei bianconeri. In ogni caso, appare improbabile che il tecnico possa pareggiare i trofei e i numeri collezionati dal predecessore e, anzi, rischia moltissimo nel caso in cui dovesse sfuggirgli lo scudetto in favore dei rivali nerazzurri. Allo stesso modo, però, se dovesse riportare la Juventus sul tetto d'Europa vincendo la Champions, Sarri rimetterebbe fin da subito in discussione non soltanto il palmares, ma anche le dichiarazioni al vetriolo di Allegri. "Ai posteri l'ardua sentenza", direbbe qualcuno...