"E' un ragazzo con grandissime potenzialità - ha detto a La Gazzetta dello Sport - Ha qualità, sa fare gol, deve solo capire come funziona il calcio italiano. Gabigol ad esempio con l’Inter non ci è riuscito minimamente, anche se non gli hanno dato tempo e questo nel calcio conta tantissimo. I pregi? La finalizzazione, al cento per cento. Ha presenza in area, con l’istinto per buttarsi sul pallone giusto. Giocasse in una squadra più forte, magari il Flamengo attuale, avrebbe fatto più gol. Questo Santos non è all’altezza di quello con Neymar, Elano e Ganso".
L'ASSISTENZA - "Gli servono i terzini e gli attaccanti esterni per i cross. Quei palloni dal lato con lui possono fare la differenza perché Kaio in Brasile ha dimostrato che sa fare gol, anche se l’Italia resta una grande prova. Io sono sempre convinto della vecchia regola del calcio italiano: se sai giocare in Serie A, puoi giocare ovunque. Resta il campionato più difficile al mondo".
LA JUVE O UNA PICCOLA? - "Io per lui spero resti alla Juve. Come si dice, se giochi con quelli forti diventi forte, se giochi con quelli scarsi diventi scarso. Per un anno, va bene così, anche da quarta punta dietro a tre giocatori importanti come Morata, Ronaldo e Dybala".