Si sacrifichi pure un'inglese, ma la federazione spagnola conta: eccome se conta. Sta di fatto che Sheva mette le mani dove sa e, porca miseria, mi fa saltare un bel flamengo a Siviglia. Già mi immaginavo a battere le mani freneticamente in doppio ritmo binario, facendomi circondare dalle molli volute di una “muchachita” andalusa dagli occhi color di tizzone bruciato, mentre le sue nacchere duettavano con i miei tacchi. Tutto svanito in una nuvola di delusione.
Mai un Barça – Madrid da dentro o fuori. Ebbene, al Barcellona ci pensi la Roma, che a mio avviso non parte battuta, che a CR7 ci pensiamo noi. Sicuramente in questo momento nella capitale spagnola non stanno facendo salti di gioia. Solo ieri As usciva con una pagina eloquente: Roma sì Juve no. Potrebbe essere oggi il titolo di qualche giornale catalano. A Madrid ci temono, perché contro la Juve sono usciti le ultime 3 volte in gare di andata e ritorno. Lippi, Capello ed Allegri, tre mister e unico risultato: il re di Spagna che piange.
Meglio in casa la prima, nello Stadium ribollente di tifo e di umori, perché il popolo juventino si esalta al suono della musichetta “...the champions”, specie se c'è da graffiare i Galacticos. Tanto, diciamolo, del “miedo escènico” i nostri lo conoscono a menadito e se ne fanno un baffo, lo stesso baffo de conquista del Caballero Misterioso, per cui stravedeva Carmencita, dopodichè noi bambini tutti a nanna. Cavolo, mi viene in mente che all'andata dovremo fare a meno di Benatia e di Pjanic, cavolo. Passi Benatia, ma chi imbastisce l'azione? Bentancur? Marchisio? Dybala a tutto campo? Poi penso che ci possiamo far attaccare per ripartire, ma CR7, Asensio e Isco non sono Cornelius, Petagna e Papu Gomez, porca miseria. Speriamo, fino alla fine.