TELEFONATA - «Da parte di un mio conoscente che fa parte dello staff della Juventus (sul nome Oliviero è irremovibile “se qualche autorità me lo chiederà sono pronto a farlo, solo a loro”, ma in serata è emerso che è stato contattato da Federico Cherubini, ndr) il quale mi chiede se alla Statale c’è la possibilità di sostenere l’esame per la certificazione di conoscenza della lingua italiana: ha bisogno di questa informazione su richiesta dell’entourage di un giocatore. Io gli rispondo che si è confuso, che non è la Statale ad avere questi corsi, ma che posso metterlo in contatto con l’altra Università di Perugia. Chiamo la rettrice e poi Olivieri (direttore generale dell’Università per Stranieri, ndr), che conosco da anni, al quale dico che è una buona occasione per dare lustro alla città. E li metto in contatto».
ALLUSIONI O PRESSIONI PER PASSARE - «Assolutamente no. Non ho ricevuto alcuna sollecitazione, esplicita o implicita, che potesse lasciare intendere qualcosa di diverso rispetto alle semplici informazioni».
LA CHIAMATA - «Per la prima volta, sono venuto a sapere che anche lui era tifoso bianconero. E mi sarà scappato anche la frase “con questo attaccante vinciamo la Champions”, ma era una battuta, in quel momento parlavo da tifoso...».
CHIAMATA PARATICI - «Ma non è vero. Il mio conoscente mi ha chiamato, qualche giorno dopo l’esame di Suarez, per ringraziarmi visto che l’entourage del giocatore era rimasto colpito per l’accoglienza ricevuta presso l’Università per stranieri. E in quella occasione è intervenuto Paratici in viva voce: è stata una telefonata di cortesia durata pochi secondi. Niente altro. E invece si è fantasticato sopra».