SIMILITUDII E DIFFERENZE - "La voglia di tornare in alto è la medesima, ma i punti di partenza sono diversi. La Juve - seppur senza vincere trofei - negli ultimi due anni era nelle prime posizioni e sul campo è sempre arrivata in zona Champions; mentre quella che ereditammo noi veniva da due settimi posti consecutivi…".
UN PASSO ALLA VOLTA - "Fa bene a tenere la squadra sulla corda. Guai a rilassarsi e mollare di un centimetro. Soprattutto quando hai tanti giovani in squadra: il rischio di sentirsi arrivati è sempre dietro l’angolo. Questa Juve deve fare come la nostra: pensare solamente a una partita alla volta. Noi non guardavamo la classifica e non ragionavamo mai più in là della singola gara. L’obiettivo dev’essere solamente quello di vincere la partita in programma senza pensare ad altro. Tre punti alla volta e poi a marzo si inizia a controllare la graduatoria".
PRESSIONE DA GESTIRE - "Restare in scia fino a marzo-aprile all’Inter e poi giocarsela. Anche perché per i nerazzurri avere alle costole una squadra solida come la Juve può diventare fastidioso. Soprattutto quando ci saranno partite ogni tre giorni tra campionato e Champions. La pressione si può far sentire".
SULLA DIFESA - "Hanno grande solidità e stanno facendo molto bene, però qualitativamente il nostro trio era un’altra cosa. Mi piace però la compattezza dell’attuale difesa bianconera. Gatti e Bremer stanno disputando una bella stagione".
SUL SUO FUTURO - "Tornare in Italia? Spero presto. Mi piacerebbe iniziare ad allenare anche qui. Serie A o Serie B non faccio distinzioni, purché ci sia un progetto valido".
CONTE-MILAN - "Bisogna capire bene come ragionano a livello di investimenti e obiettivi le proprietà straniere. Lui sicuramente è un grandissimo professionista e l’ha sempre detto nel corso degli anni che non avrebbe preclusioni dinanzi a un progetto importante. Come è andato all’Inter potrebbe accettare il Milan o andare altrove. Al momento vedo poche panchine disponibili al suo livello, ma è presto".