Buonasera senatore Esposito, ci sono state altre audizioni di presidenti di società di Serie A in Commissione Antimafia. Ci sono nuovi sviluppo?
"Abbiamo ascoltato De Laurentiis, Lotito e Preziosi sui temi di cui ci siamo occupati rispetto al calcio. È tutto pubblico, si può recuperare sul sito della commissione. Di fatto i tre ci hanno spiegato che loro non hanno rapporti con la tifoseria di nessun tipo: vanno allo stadio 5 minuti prima del fischio d'inizio e se ne vanno 5 minuti dopo la fine. Non tengono rapporti con nessun tifoso e vendono i biglietti regolarmente."
"Tutti hanno manifestato la necessità di un rinnovamento delle norme contro il tifo violento, tutti mi pare condividano l'inutilità della tessera del tifoso e tutti ci hanno confermato che quei pochi rapporti che tengono loro con i tifosi sono mediati dalla polizia e dalla digos e che non possono intervenire in merito alla presenza di personaggi pregiudicati nelle curve e men che meno possono sapere se un tifoso è camorrista, mafioso o 'ndranghetista. Ci aspettavamo questo tipo di dichiarazioni, personalmente potevo scriverle prima di sentirli. Agnelli dice di incontrare i tifosi, altri invece negano."
L'audizione di De Laurentiis, Preziosi e Lotito ha fatto molto meno clamore di quella di Andrea Agnelli: intorno alla Juventus scoppiò un vero e proprio caso. Come se lo spiega?
"La Juventus è la più grande, importante e vincente squadra italiana. Tutte hanno un loro blasone, ma la Juve fa altro rumore. Non dimentichiamo poi che c'era in corso un'indagine della magistratura, un processo, e questo ha senz'altro influito. Chiaramente se in altre realtà non ci sono processi non significa che non ci siano reati. Poi è stato costruito, come ho detto già in tempo non sospetti, un circo mediatico che ha fatto passare la notizia della Juventus e Agnelli collusi con la 'ndrangheta. Non era vero chiaramente e col tempo quelle accuse non vere sono cadute."