"Con questo post voglio rispondere alle parole di Eniola Aluko, giocatrice della Juventus ma anche avvocata e giornalista.
'A Torino trattata come una ladra. A volte la città mi è sembrata 20 anni indietro'. Queste dichiarazioni pesano come un macigno. Pesano perché si riferiscono a valori universali, come quelli dell'accoglienza e della lotta alle discriminazioni. Pesano perché la storia di Torino è una storia di porte aperte, non chiuse. Pesano perché oggi, purtroppo, nel nostro Paese episodi di discriminazione sono tornati a diffondersi.
Ma non mi rassegno io, non si rassegnano migliaia di cittadini che quei pensieri li combattono ogni giorno, non si rassegna Torino. Perché Torino non è così.
Ecco il motivo per cui vorrei dire a Eniola e a quanti, nel silenzio, hanno subìto episodi simili, che ad essere tornata venti anni indietro non è la Città, ma sono solo alcune persone. Che non rappresentano altro che loro stesse.
Torino invece è sempre qui. Consapevole delle difficoltà, ma profondamente determinata nel rifiutare che queste possano essere ridotte al colore della pelle, alla religione, o a qualsiasi altra caratteristica della persona.
La Città proseguirà nel suo costante impegno in questa direzione, con tutti gli strumenti a sua disposizione".