La Juve, la Fiorentina, il giorno dopo. La sensazione, al termine della gara, è che nonostante tutti i cliché di una domenica di campionato che ha per protagonista i bianconeri, questa sia stata una partita-manifesto. Pensateci: c'è stato il gol di Ronaldo - 19 in campionato, nona partita di A in gol di fila -, c'è stata la polemica che ha gettato via la sostanza e mantenuto le apparenze. Ma c'è stato soprattutto il cambio di programma: via Dybala, via il trequaritsta. Grande spazio ai giochi sugli esterni: ed è tornato Douglas Costa, stavolta senza intenzione di mettersi da parte. 

TALENTO - Nulla di nuovo sotto il sole, venuto via dalla nebbia giusto in tempo per asciugare la partita. Nulla di profondamente innovativo nemmeno nelle idee primordiali di Sarri. Che per andare avanti ha fatto semplicemente un passo indietro, recuperando il primo filone di Juve che aveva partorito quest'estate. Per lui, Costa era l'elemento più sarrista di tutta la squadra: velocità di pensiero, dribbling secco (e quindi facile superiorità numerica), bravo nel buttarsi dentro a palla scoperta con la presunzione di poter giostrare l'intera gara soltanto con il suo mancino. E' sfacciato, e all'allenatore piace. E' una bomba a orologeria, e per questo gli cucirebbe addosso l'intero undici. 

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LA RISPOSTA - Ma andava comunque disciplinato, in qualche modo. Andava ugualmente indirizzato sui sentieri giusti, coi dossi puntualmente da schivare e mai completamente saltati. In tal senso, Sarri ha ora la possibilità concreta di lavorarci. Soprattutto, la continuità. Infortuni permettendo è adesso che Douglas dovrà rispondere, aumentare, non perdersi nei condizionali e iniziare a convincersi di imperativi. Il primo: tirare anche in porta. Il secondo: provare ad andare sul fondo e metter dentro. Non ha mai calciato, ha crossato male (2 su 6 quelli che hanno raggiunto l'area). Un prototipo di esterno con capacità (e licenza) di portare in serbo azioni, gol, fare decisivo. Solo così potrà mettere concretamente da parte Dybala. Ed evitare le bestemmie.