LA SITUAZIONE - "Prima di arrivare a questo punto, a inizio agosto (11 ndr) avevo inviato al club una diffida perché Icardi fosse reintegrato pienamente negli allenamenti. Come risposta ho ricevuto una nota formale della società che affermava che è integrato nel gruppo, mentre è noto a tutti che non svolge le esercitazioni tecnico-tattiche. E’ unilateralmente considerato sul mercato nonostante un contratto fino al giugno 2021 e la sua dichiarata volontà di rispettarlo".
LA LINEA DELL'INTER - “Si tratta di una prassi consolidata anche da parte di altri club, ma io mi domando: è corretta? Questo arbitrato può trasformarsi in una questione di diritto per il futuro. Puntiamo a dimostrare che un calciatore, in questo caso Icardi, non può essere demansionato o messo da parte così. Trattandosi di un giocatore non si può rivolgere alla giustizia ordinaria e far causa per mobbing".
LA CAUSA - “Denunciare il club? Non è stato affatto facile, ma lui soffre per questa situazione dal punto di vista psicologico. Non è normale subire una discriminazione come quella che sta subendo lui: tralasciando la vicenda della fascia, l’assenza nelle foto e il numero tolto, c’è la questione degli allenamenti. Io credo che lui debba essere trattato come tutti i giocatori dell’Inter e anche lui lo pretende. Questo abbiamo chiesto nel documento inviato al club. Ora ci saranno tre arbitri che decideranno: se ci daranno ragione, l’Inter dovrà ottemperare alla nostra richiesta, altrimenti potrà continuare a fare ciò che ha fatto finora".