Francamente non immaginavo che Roby, una volta scelto di essersi fatto da parte e soprattutto di aver evitato accuratamente la luce artificiale dei riflettori pubblici, stesse meditando di poter tornare a far parte del Circo in un ruolo per lui tutto nuovo. Invece, stando alle parole del suo amico, si viene a scoprire che “Roberto Baggio non vede l’ora di poter allenare una squadra e per questo motivo sta studiando in maniera molto intensa e approfondita. Guarda le partite in televisione, le analizza e immagina il suo futuro prossimo seduto su una panchina. L’importante per lui è che il gioco del pallone rimanga sempre un evento custodito e difeso dalla pratica e non dalle chiacchiere. Credo proprio che, se gli verrà concessa l’opportunità, potrebbe rivelarsi un grande mister”. Alle frasi, molto circostanziate di Filippini, mi piace accostare una considerazione assai importante. Sotto il profilo professionale in quanto a gestione di una panchina, Roby Baggio ha un maestro di levatura eccezionale. Il Pep Guardiola che fu suo compagno a Brescia e con il quale intrattiene rapporti pressoché settimanali. Un valore aggiunto, seppur teorico, tutt’altro che indifferente.
Essendo convinto, più per intuizione che non per logica, che Allegri chiuderà a fine stagione il suo ciclo con la Juventus mi chiedo e chiedo al popolo bianconero se oltre alla soluzione Paulo Sosa la quale al momento appare come la più credibile la società bianconera non possa prendere in seria considerazione l’ipotesi di “scommettere” sull’assolutamente nuovo e giocare sul tavolo del suo futuro la carta Baggio come mister. Un “lavoro” che Roby non ha mai fatto, è vero. Ma, ricordiamolo, neppure Roberto Mancini aveva percorso la strada della gavetta. Lo stesso Trapattoni, a suo tempo e con i dovuti distinguo, fu per Boniperti e la sua Juventus poco più di una scommessa. Un “gap” surrogabile da vantaggi di immagine, internazionale e non, enormi. Al pari di quelli che Zinedine Zidane ha portato al Real Madrid. Una suggestione e un appeal di fascino indescrivibile, per la piazza e per gli stessi giocatori bianconeri i quali avrebbero a che fare nello spogliatoio con un mito fatto allenatore. Un sogno? Mah, pensiamoci sopra seriamente.
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