Nel cuore del gioco dell'Uruguay, Rodrigo Bentancur ha diviso la critica dopo l'esordio nel Mondiale contro l'Egitto. Il centrocampista della Juventus ha giocato in coppia con Vecino al centro del 4-4-2 di Tabarez facendo registrare ottime statistiche, senza però accendere mai la luce: i dati Opta raccontano di 104 palloni toccati (più di chiunque altro) e 84 passaggi, testimonianza chiara di un'autorevolezza riconosciuta anche dai compagni.

  La manovra è passata spessissimo dai suoi piedi, ma la luce - a dire la verità - non si è accesa così spesso. Non per colpa esclusiva dello juventino, chiaramente, ma la manovra della Celeste è sembrata spesso lenta e prevedibile. Né lui né Vecino hanno caratteristiche da play e - secondo lo spartito a loro più familiare - hanno cercato spesso la giocata orizzontale o l'incursione verticale. Da mezzala in un centrocampo a tre, o comunque con un regista al suo fianco (Torreira?) l'ex Boca avrebbe potuto mostrare il suo lato migliore. Poco male, l'importante per la Celeste era centrare i tre punti e la capocciata di Gimenez ha risolto la pratica.

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Sul più importante quotidiano sportivo uruguaiano, Ovacion, Bentancur ha però rimediato un cinque in pagella così come il suo compagno di reparto interista: "Ha provato a creare gioco - il giudizio - ma non aveva supporto. Spesso non ci è riuscito, ma comunque non si è mai arreso". Debuttando al Mondiale a 20 anni, le attenuanti abbondano. Il futuro resta tutto dalla sua parte, con la Juventus e con la Nazionale. 

@pietroscogna