IL PRIMO INTER-JUVE - «Ricordo che io mi procurai la punizione, Dybala la calciò e Higuain segnò di testa. Fu il mio primo scudetto, avevo 23 anni ed ero circondato da campioni».
Com’è andata la sua seconda stagione oltreoceano?
SORPRESO DALLA JUVE? - «No perché conosco bene il mondo Juve, la squadra e Max. Me l’aspettavo e sono felice. Juve diversa oggi? Tanto. Oggi a 23 anni sei quasi un veterano, è un gruppo costruito sui giovani. E’ ingiusto fare paragoni, i ragazzi devono acquisire esperienza per diventare campioni, però la cosa più importante è non perdere la mentalità. E’ l’ambiente che fa la differenza e io quest’anno rivedo lo spirito della vecchia Juve».
BATTERE L'INTER - «Se la gioca da Juve, se non entra in campo pensando di doverla vincere per forza, consapevole della grande forza degli avversari ma rispettando se stessa. Non deve snaturarsi».
VLAHO - «Dusan è fortissimo così come Chiesa, giusto tenerli entrambi. Deve rimanere tranquillo e ricordarsi il giocatore che è. Arriverà tutto con la continuità, è la miglior medicina. Chiesa? Questa cosa l’ho vissuta sulla mia pelle. Non è questione di modulo né di gioco, la Nazionale è una cosa e il club un’altra. In campionato le partite sono più tattiche e spesso ti devi sacrificare».