Federico Bernardeschi è arrivato a Torino. L'accoglienza è stata trionfale, di quelle che si riservano solo ai grandi colpi, e oltre ai tantissimi tifosi festanti c'era anche uno striscione che apre una discussione già avviata da tempo, ma che adesso diventa centrale: "La 10 non può stare senza padrone, Benvenuto Fede vincere è la nostra missione". Già, la 10 a Bernardeschi. Dopo Pogba, la maglia che fu di Del Piero non è stata indossata più da nessuno. È il momento di aggiungere un erede alla dinastia di Alex? Il classe '94 ormai ex Fiorentina può essere l'uomo giusto? Analizziamo entrambe le risposte: ecco perché Bernardeschi dovrebbe avere la '10' e perché, invece, no.
PERCHÈ SÌ - Alessandro Del Piero, al momento del suo addio, disse che la '10' non andava ritirata: "È giusto che chiunque possa sognare di indossarla". Quella maglia, infatti, non è una maglia qualsiasi. In un calcio sempre più pragmatico, sempre più fatto di numeri e dati, che si basa sempre più sulla testa e i calcoli e sempre meno sul cuore, il fascino del numero 10 è una delle poche cose a essere rimaste intatte, indifferenti allo scorrere del tempo. E allora sarebbe giusto che la Vecchia Signora avesse di nuovo il suo '10', il suo numero dei sogni. Per avere un simbolo, riaccendere una passione che aspetta di emergere. E Bernardeschi può essere il profilo giusto: senza scomodare paragoni come quello con Roberto Baggio, è uno dei giocatori con maggior classe emersi negli ultimi anni a queste latitudini, è italiano (che in casa bianconera, vista la tradizione, non è un dettaglio) e ha i colpi di genio che si abbinano alla perfezione al numero. Tralasciando l'aspetto romantico, poi, c'è da considerare quello legato al marketing. Il fascino della '10' si traduce in un prodotto su cui ogni società punta con forza. La '10' è quasi sempre la maglia più venduta, quella che i bambini vogliono, quella col compito di veicolare il nuovo logo. Non è un caso che l'Adidas spinga per la sua assegnazione...
@Edosiddi