IL SI' - Veronica: «Uscivamo entrambi da due storie “tossiche”: ci siamo trovati nel momento peggiore e, insieme, lo abbiamo trasformato in qualcosa di bello. C’è voluto molto tempo, ma eccoci qui».
Federico: «Le emozioni del primo momento sono state tante parole al telefono, tanti momenti che potrei definire il nostro “diario”, in cui ci parlavamo dei nostri errori. Ecco, trasformare l’errore in vittoria è stata la nostra forza».
F. «Quando ho capito che se ne stava andando per paura, quando ha iniziato a non rispondermi al telefono, ho preso un gommone da Ibiza e sono andato a rapirla a Formentera. Da quel momento abbiamo iniziato a “vivere” davvero. E il resto... chissenefrega».
LA PROPOSTA - V. «Confermo. Sapete quando mi ha chiesto la mano? Due anni fa alle Bahamas, dopo un fantastico viaggio on the road organizzato da Fede».
F. «Avevo organizzato tutto: cena a lume di candela, spiaggia, fotografo e video maker per riprendere il momento. C’era tutto. Ma Veronica...».
RIPRESI - V. «Quando ho visto la sua vita e lui stesso cambiare. Lui ha sempre faticato, fin da piccolo. E poi c’è stato un momento di svolta, una “sliding door”: lì ho capito che Federico era diventato il “mio” uomo».
F. «Non è stato facile. Siamo stati separati un anno, ma senza perderci mai. Abbiamo abbattuto le paure e siamo diventati prima genitori e oggi marito e moglie. Anche se sono arrivato in ritardo (sorride, ndr)».
V. «Ma io già lo sapevo: le nostre gaffe non sono studiate, siamo così, un po’ matti, ma sani»
V. «Fede ha avuto l’idea di attraversare la città in macchina dopo il “Sì”. È stato un delirio: c’era il caos, i giornalisti, io stessa ero nel pallone e mi dicevo: “Sono felicissima per lui” ma ero attonita. Quando ho trovato un varco, sono scappata a piedi. Ho sempre odiato il mio compleanno perché sono nata il 13 luglio e da piccola non c’era mai nessuno dei miei compagni con cui fare festa. Questa volta ho detto a Fede: festeggiamo tutto in un giorno, così sarò felice due volte, come non mai».