Alla fine, il bottino resta ancora un po' così, un po' gramo: 12 gol, quelli in totale per Federico Bernardeschi, chiamato a rivoluzionare la Juve con il suo talento - era lui, il primo designato all'eredità di Paulo Dybala - e alla fine adombrato da un campione dopo l'altro, mentre la Juventus cresceva e lui non lo faceva mai. Una corsa dopo l'altra, Federico è arrivato alla parte finale. Che sarà da protagonista, come in un bel paradosso. 

ALLEGRI SI FIDA - Il gol alla Fiorentina è una bella cartolina d'addio, di quelle che invii quando terminano vacanze dorate. Non lo sono state certamente per Federico: alla Juve ha vinto, gioito, vissuto emozioni forti. Ma ha anche sofferto, patito la pressione e le critiche degli addetti ai lavori e dei tifosi, non sempre carini con lui, anche negli ultimi tempi allo Stadium. Vige però la parola di Allegri, e oggi Max predica fiducia nei confronti dell'ex Fiorentina. Sta bene, è tornato in discreta condizione e... vivrà quest'ultimo periodo come vetrina per il futuro.

Juve, gol e standing ovation non bastano: Bernardeschi riconquista i tifosi, ma non il club
IL MERCATO - Alla Juve non c'è più posto, così pare. Bernardeschi dovrà fare dunque della necessità momentanea della Juventus una sua virtù per il futuro: Milan e Inter restano in agguato, anche se un po' spaventate dalla richiesta d'ingaggio, ben superiore alle aspettative - c'è da dire che ha sorpreso anche gli stessi bianconeri -, così il suo futuro è un grande punto interrogativo, tra Italia (dove preferirebbe rimanere) ed estero, con occhio anche alla Premier. Lì sarebbe libero di correre e di rischiare: guarda anche a Kulusevski, a come gli è cambiata la vita.