Boniek, a Tuttosport, ricorda l'Avvocato Agnelli

UN LEADER - "L’Avvocato era un capo, un leader, un padre. Era carismatico e con un grandissimo senso dell’umorismo: avvertivi la sua grandezza a distanza di chilometri. Mi capita ancora di ripensare alle sue telefonate alle 6 del mattino. “Buongiorno casa Agnelli, le passo l’Avvocato”. Era l’alba, ma lui parlava spigliato come fosse mezzogiorno. Mi chiedeva soprattutto dei pareri sui giocatori stranieri. Ma se chiudo gli occhi e penso a lui, mi vengono in mente tante altre cose. A partire da quella volta che, a pranzo da Henry Kissinger dopo una partita di Coppa, presentò Michel come il “bello di giorno” e io come “il bello di notte”. Sono sempre rimasto affezionato a quel soprannome. 

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L'ANEDDOTO - "L’Avvocato mi voleva bene e me lo dimostrava sempre. Un pomeriggio, poche ore prime di una partita contro il PSG, sentii bussare alla porta della mia stanza d’albergo. Era lui. “Boniek sono venuto a salutarla perché sapevo di trovarla sveglia: lei, a differenza di altri, non ha mai paura e non dorme”. Il suo preferito era Michel ed era giusto così perché Platini era il numero uno, però voleva un gran bene a tutti. Era innamorato della Juventus".