DESCRIVI BONUCCI - "Qui tutti mi definiscono quasi come un centrocampista prestato alla difesa, ma io sono abituato a giocare così, questo è il mio modo di giocare a calcio. Mi piace tenere la palla, giocarla, ci permette di difendere alto e giocare con più sicurezza, anche se ovviamente devi assumerti dei rischi".
SEGNARE O RECUPERARE? - "Nel corso degli anni sono maturato. Prima mi piaceva di più l'ultimo passaggio, amavo anche essere una soluzione offensiva. Ma come centrale della Juve, dove la fase difensiva è importantissima, ho migliorato le mie abilità difensive e se ora faccio un intervento risolutore che impedisce un gol ho la stessa soddisfazione. Con Allegri alterniamo la ricerca della verticalizzazione con quella del giro palla e io devo prendermi responsabilità e mi diverto".
IL BARCA - "I numeri parlano per loro. Ho avuto la fortuna, o la sfortuna, di incontrarli nella finale di Champions 2015 e siamo stati bravi a contenerli fino a un certo punto. Però quei tre sono tra i dieci miglio al mondo, come Higuain e Dybala. Sono imprevedibili e hanno tanto talento. Dobbiamo ridurre gli spazi a loro disposizione".
MESSI HA CAMBIATO RUOLO - "Bah, Messi è sempre Messi. Anche se cambia posizione può colpirti in qualsiasi momento. Poi c'è Neymar, basta guardare cosa combina anche in nazionale".
LA MIGLIOR DIFESA - "Per quanto mi riguarda al nostra difesa è migliore. Abbiamo trascorso molti anni insieme e abbiamo dimostrato quello che possiamo fare con questa squadra e anche con l'Italia, dove siamo titolari. E in un torneo dove conta segnare in trasferta questo può essere importante. Alla fine conta avere personalità quando avremo la palla e sacrificio quando non la avremo".
CONFRONTO COL BARCA DEL 2015 - "Trascorrere tre anni con lo stesso allenatore aiuta. Neymar ha fatto un grande salto di qualità, Mascherano rafforza da due anni la difesa, Rakitic è maturato. Ma credo che questo Barça sia leggermente più debole di quello del 2015. Per mer la squadra più forte è il Bayern e sono sicuro che non avrebbe mai sofferto come il PSG al Camp Nou".
CAMP NOU - "Sarà la mia prima volta al Camp Nou. Verratti mi ha detto che non ti fanno mai vedere la palla e non può fare grande pressione perché il campo è enorme".
IL CALCIO - "Certo, amo il calcio. Di tanto in tanto mia moglie mi insulta perché le poche volte che sono a casa metto la tv alla ricerca di qualche partita. Ma il calcio, dopo la salute, è la cosa più importante della mia vita. Era il mio sogno da bambino, mi permette di essere conosciuto e riconosciuto e essere importante per una squadra. Non so cosa farei senza il calcio".
ADDIO AL CALCIO - "Sì, ci ho pensato. Non era la mia priorità. Vedere tuo figlio così ti porta a fare tante domande.. e non avevo risposte! Le priorità cambiano. Ora, però, dico che sono fortunato. Tutto quello che ho fatto l'ho fatto col cuore".