È cosa nota e che ormai appartiene ai libri di storia. L’anno di Maurizio Sarri come allenatore della Juventus fu travagliato, nonostante lo scudetto vinto. Lo riassunse il presidente Andrea Agnelli: “Se guardo l’anno scorso, al di là dei risultati sportivi, ve lo dico con il cuore, è stato un anno di mer… Qualcuno anche qui dentro non ha dato tutto quello che doveva”. Sull’argomento è tornato di recente anche Gianluigi Buffon: “All'interno dello spogliatoio è un'alchimia quella che si crea e che porta a superare ostacoli insormontabili: con Maurizio non si è creata questa alchimia”.
 
La vittoria dell’ultimo scudetto bianconero non bastò a riconfermarlo alla guida della Juventus, troppo evidenti e insanabili le spaccature all’interno. Un argomento che torna prepotentemente in scena nei giorni in cui sembra scaldarsi la trattativa tra Bonucci e la Lazio. È possibile che tutto possa naufragare in virtù degli strascichi di quella stagione? Difficile pensarlo perché, andando a ripescare le dichiarazioni del difensore, non sembrerebbe che si possa imputare a lui la rottura con Sarri.
 
Juve, il Monaco presenta Zakaria: il video
“Sarri è un meticoloso, appassionato di tattica, a cui piace far giocare bene la squadra – raccontava Bonucci nel 2020, alla Gazzetta dello Sport -. Abbiamo contatti quotidiani, momenti di confronto. È uno che vuole migliorare come voglio migliorare io, capendo il suo calcio. Che è originale, diverso da quelli che ho conosciuto prima". E nel salutarlo, a fine anno, si espresse così: “Sin dall'inizio c'è stato un rapporto schietto e sincero. Abbiamo condiviso gioie e sofferenze di un anno unico nel suo genere, grazie e buona fortuna Mister, per tutto”.
 
Difficile, dunque, pensare ad un eventuale ricongiungimento frenato da frizioni tra i due. Le valutazioni che la Lazio sta facendo sono chiare: che contributo può dare? Come sta fisicamente? Questioni di campo, e basta. Intanto, Bonucci chiede tempo all’Union Berlin, l’ipotesi di restare in Italia è da sempre la prima nella lista.