RESTARE - "Esatto. So che mi hanno cercato squadre importanti ma anche la Juve lo è. Sono già in un grande club, perché dovrei ricominciare da capo altrove? Qui sto benissimo e voglio vincere con questa maglia. Sono in Italia da sei anni, è la mia seconda casa".
PROGETTO - "Assolutamente sì, credo molto nel progetto della Juventus, so che è pluriennale e per questo ho scelto di restare a lungo. La Juve come tutte le grandi squadre ha la missione di vincere. La Coppa Italia è stato il mio primo trofeo e non voglio certo fermarmi. Giuntoli? Il suo arrivo mi ha dato grande serenità. Ci siamo confrontati spesso, dentro di me sapevo di poter dare ancora di più, lui mi ha spinto a non accontentarmi: è un grande motivatore".
RINNOVO - "Il mio rinnovo arriva proprio per questo. Sarà un anno diverso, il primo con un nuovo tecnico, però è ancora presto per dire che cosa possiamo vincere. La Juve è un top club, il migliore d’Italia, di sicuro vogliamo arrivare in alto".
AMBIENTAMENTO - "Il primo anno è stato di ambientamento, è stato difficile per me abituarmi a giocare ogni tre giorni, sia fisicamente sia a livello mentale. Il secondo è stato migliore, abbiamo lottato per lo scudetto. Tutto questo fa parte della crescita di un giocatore, io conto di migliorare ancora molto grazie a Thiago, con cui parlo tanto. Siamo all’inizio, ora bisogna solo lavorare".
GRUPPO - "Vedo la squadra più unita, non che prima non lo fosse ma abbiamo più ordine. Sarà una stagione faticosa però ora io sono più abituato a gestire certi ritmi perché sono cresciuto tanto a livello mentale. Non sono preoccupato".
CHIELLINI - "In realtà mi ha aiutato tanto parlare con Chiellini. Ci sentiamo spesso, il primo anno gli ho chiesto consigli su come potevo gestirmi quando avevo partite ravvicinate, la scorsa stagione mi è stato vicino soprattutto da gennaio in poi, quando abbiamo iniziato ad andare male in campionato. È come un fratello maggiore, è lui il mio mental coach. Mi aiuta anche a capire come posso affrontare al meglio un attaccante. Mi dà una grande mano. In chi mi rivedo? Sicuramente in Chiellini. Mazzarri quando arrivai dal Brasile fu il primo a tirare fuori il paragone, mi diceva sempre “tu sembri un po’ Chiellini”. È stato il mio punto di riferimento. Lo guardavo sempre, abbiamo giocato due-tre volte contro ma ero timido e mi vergognavo a parlargli. Quando sono arrivato alla Juventus gli ho chiesto se potevo prendere la sua maglia e da lì è nato un grande rapporto. Mi spiace solo non aver giocato accanto a lui".
ALLA CALAFIORI - "Perché no? È questione di allenamento: se tutti i giorni lavori per fare un certo movimento in partita ti viene naturale. L’anno scorso ogni tanto mi capitava, quest’anno sarà tutto più codificato".
CAMPIONATO - "L’Inter è la favorita e riparte per vincere lo scudetto. È ancora presto, manca un mese alla fine del mercato e molte squadre si stanno rinforzando, speriamo di renderlo più combattuto".