Gigi Buffon ha parlato a Sky Sport al termine della vittoria della Juventus contro il Torino per 4-1, partita in cui ha festeggiato il record di presenze in Serie A (648): “L’idea della maglia è stata molto bella, ha fatto sì che dare e record di traguardi così particolari diventano ancor più speciali. Per questo traguardo avrei aspettato ancora di più, ci stiamo giocando tanto ed è un momento della stagione delicato. Oggi la vera tensione che sentivo era solo riferita alla gara e cercare di vincere. Per quel che riguardava il mio record personale, adesso che è finita la partita, e sono felicissimo per come sia finita, prima della gara era un qualcosa che non mi toccava, perché l’importanza della vittoria era troppo più grande del mio record personale”

Juve-Torino 4-1 PAGELLE Ronaldo, prima su punizione. Dybala Joya e dolore, Berna bocciato
SULL'INIZIO DELLA CARRIERA - “Ero molto più spensierato, avevo moltissimi sogni, alcuni grandiosi. Sulla spinta anche di quel tipo di approccio ala vita di non volersi mai accontentare di sognare in grande, ma con i piedi per terra. Se sono arrivato qua adesso è perché non mi sono mai accontentato”

DAL PSG ALLA JUVE - “I record sono fatti per essere battuti da qualcuno. Non è uno dei miei obiettivi, perché p palese che non stia giocando per queste cose qua. Praticamente due anni fa avevo smesso di giocare, avevo fatto una scelta che dimostrava che non ritenevo importanti i record. Poi è arrivato il PSG, e poi è capitata la fortuna di rientrare e stare bene. Questa è la motivazione per cui gioco e continuo a giocare. Per il fatto che se ho le motivazioni giuste e le energie mentali giuste, qualche partita di livello alto posso giocarla, anche dando ottime riposte”

SULLE MOTIVAZIONI - “Almeno fino a 43 gioco per la Juve, ma da quando ho compiuto 40 anni penso mese dopo mese. È il modo più corretto per fare valutazioni personali sul proprio stato di forma e mentale. Finchè le motivazioni permangono, è giusto continuare a giocare”

PARTITA DA INCORNICIARE - “Vorrei incorniciare la mia prima partita della mia carriera, perché la sognavo da quando ero bambino, e giocando nei campetti con i miei amici, in strada, la mia testa e miei pensieri sono sempre andati ad una giornata simile. Era il coronamento del mio sogno. E poi ho sempre voluto che il mondo conoscesse il mio nome, il Buffon portiere, e quindi quella rimane la giornata sportivamente più importate e più bella”.

SULLA CHAMPIONS – “La Champions è qualcosa che ronza nella testa, perché ci siamo andati tante volte vicino che non averla acchiappata per le orecchie è un dispiacere. Però da certi dispiaceri ho trovato la forza per non arrendermi. La chiave di lettura che do a certe serate sfortunate e tristi è anche questa, vedere il bicchiere mezzo pieno”

Alla visione dell’anteprima del servizio di Sky in suo onore, Buffon non è riuscito a trattenere l’emozione e si è mostrato visibilmente commosso nel vedere le immagini della sua carriera.