LA SQUADRA - «Le vicissitudini societarie non devono condizionare le prestazioni di squadra, le partite che la Juventus è chiamata a giocare in campionato. I giocatori devono pensare a fare i professionisti, non farsi distrarre da cose che non li riguardano direttamente, se non per la nuova classifica. Devono pensare solo a giocare a calcio, a vincere. Non devono mai dimenticare che indossano la maglia bianconera della Juventus. E non è da tutti…».
DOPO LA PENALIZZAZIONE - «La Juventus è abituata a pensare sempre in grande. È abituata a guarda avanti per tornare competitivi e raggiungere subito grandi risultati. Credo che sia la stessa filosofia degli uomini che oggi sono al comando».
LA FAMIGLIA - «Il mondo del calcio è cambiato, non ci sono più le grandi famiglie che ci mettono passione e soldi. Ma conoscendo la mentalità di questa grande famiglia penso che la Juventus non cambierà mai proprietà. Perché, come diceva sempre l’avvocato, la Juventus è la ciliegina sulla torta…».
CAMPIONATO - «Un campionato discreto con una squadra che uscita dalla Champions ha perso molto del pathos che tutti i tifosi pretendono e vogliono da questa squadra. Un campionato discreto ma non a livello di Juventus. Il Napoli ha dimostrato di essere più forte: gioca meglio e diverte di più il suo pubblico. Gli errori si devono esaminare alla fine del campionato, mai prima. Nel Napoli sono arrivati due-tre giocatori che oggi sono decisivi ma che nessuno prima conosceva. Le scelte a volte sembrano azzeccate poi però il campo dice un’altra cosa. Non dimentichiamoci che alla Juventus è mancato all’inizio Pogba, che Di Maria ha giocato praticamente solo il Mondiale. E poi il tifoso juventino è abituata a vederla sempre lassù, con i giocatori migliori».