Per quasi un mese non si è parlato d'altro se non della questione ultras che vedeva coinvolta la Juventus. Dall'inchiesta Alto Piemonte sulle infiltrazioni della 'ndrangheta nelle province di Torino, Biella, Vercelli e Novara, si è scoperto un tentativo di infiltrazione mafioso anche nella curva della Juve, con conseguenti attacchi più o meno diretti e false verità, spesso (sempre) più duri e critici di quanto non lo fossero le accuse reali. Il più classico dei processi in piazza con il popolo che chiede il sangue anche se le prove raccontano un'altra realtà. Il problema vero, però, per la Juve e non solo, sono state le richieste della Procura Federale, che tra telefonate mal riportate e una serie indefinita di fraintendimenti è arrivata a costruire un'accusa di dimensioni impressionanti, in relazione ai fatti. Lo stesso Andrea Agnelli, rispondendo agli azionisti, si è detto molto rammaricato da questo atteggiamento. Ma a che punto è la causa in questione? E le altre controversie pendenti con la Juve protagonista? Facciamo il punto.

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CASO BIGLIETTI
- La relazione finanziaria annuale della Vecchia Signora riassume tutti i casi ancora aperti e si parte da quello più recente: il caso ultras. Il 18 marzo 2017, è stato notificato un atto di deferimento da parte della Procura Federale, presso la FIGC, per la violazione degli articoli 12 e 1 bis del Codice di Giustizia Sportiva nei confronti di Andrea Agnelli, dell'ex dirigente Francesco Calvo e dei dipendenti Alessandro D'Angelo e Stefano Merulla, oltre che della soceità a titolo di responsabilità diretta e oggettiva. Si contesta di aver venduto, ai rappresentanti di gruppi di tifosi attivi, titoli di accesso alle gare in numero superiore a quanto previsto dal Decreto Pisanu, che vieta la cessione di più di quattro tagliandi a un soggetto. Il Tribunale Nazionale fissava il processo per il 26 maggio 2017, rinviato poi, per la discussione, al 15 settembre 2017. All'estito della requisitoria, la Procura Federale insisiteva per l'accoglimento del deferimento chiedendo sanzioni pesanti: due anni e sei mesi di inibizione per Agnelli, oltre a 50.000 euro di ammenda, ma anche una multa per la Juve e la disputa di due gare a porte chiuse. Gli avvocati degli incolpati e la società hanno concluso chiedendo il non accoglimento del deferimento e quindi il proscioglimento da ogni addebito. Il Tribunale Federla Nazionale non si è ancora pronunciato e la Juve non ha effettuato alcun accantonamento a fondo rischi.

CALCIOPOLI - Non è ancora finita la battaglia Calciopoli. L'11 agosto 2011 la Juve ha depositato preso il TNAS, presso il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, istanza di arbitrato nei confronti della FIGC per la perdita di efficacia degli effetti giuridici dell decisione presa dalla Federazione il 18 luglio 2011 in relazione all'esposto presentato dalla società bianconera il 10 maggio 2010. Prima il presidente del TNAS ha dichiarato la competenza in materia spirtiva, rimettendo le parti direttamente di fronte al TAR per i danni. Lo stesso TNAS ha poi declinato la propria competenza, derogando la suddetta decisione del presidente dello stesso organo, che l'aveva appunto espressamente riconosciuta, eccezion fatta per i profili patrimoniali, di competenza del TAR. La Juve ha impugnato quindi il lodo, ai fini della declaratoria di nullità. La Corte d'Appello l'11 ottobre 2016 ha dichiarato il difetto assoluto di giurisdizione statale sull'impugnazione per nullità, costringendo la Juve a depositare, in data 1 maggio 2017, ricorso in Cassazione affinché questa ultima stabilisca chi è in possesso delle competenze per decidere, dal momento che finora nessuno si è pronunciato, ma tutti si sono limitati a dichiararsi non competenti in merito.

CALCIOPOLI/2 - C'è poi in ballo la questione risarcimento e scudetto all'Inter, con la Juve che ha chiesto al TAR del Lazio il risarcimento dei danni ingiusti derivanti dall'illegittimo esercizio dell'attività amministrativa e dal mancato esercizio di quella obbligatoria in relazione a diversi atti amministrativi, tra cui quello di assegnare lo scudetto revocto ai bianconeri ai nerazzurri. La FIGC ha chiesto l'inammissibilità del ricorso perché infondato nel merito e il 6 settembre 2016 il TAR Lazio ha respinto il ricorso, dichiarando legittimo il procedimento del Commissario Staordinario e dichiarandosi incompetente in ordine alle sanzioni sportive e ritenendo infondata la richiesta di risarcimento danni. La Juve ha appellato tale sentenza innanzi al Consiglio di Stato il 7 novembre 2016 in tutela dei propri interessi. 

VICTORIA 2000 SRL- Ci sono anche altre scorie di Calciopoli. In particolare, ci sono controversie in ballo con Giseppe Gazzoni Frascara, che ha notificato, il 13 ottobre 2015, l'atto di cirazione di richiesta di risarcimento danni per sentire condannata la Juventus al risarcimento di danni per un ammontare complesico di circa 34.6 milioni di euro. Tra una serie di rinvii, l'udienza si terrà il 27 febbraio 2018, dopo la chiamata in causa di Victoria 2000 srl (titolare fino al 2006 del 100% del capitale del Bologna Football Club 1909 S.p.A) e della stessa società rossoblu. A proposito di Victoria 2000 S.r.l., la società ha notificato atto di citazione presso la Corte di Appello di Napoli il 2 dicembre 2015, chiedendo la condanna della Juve per danni che ammontano a 49 milioni di euro. L'udeinza si è tenuta il 27 settembre 206, ma dopo che le parti hanno richiamato le loro rispettive difese il Giudice ha fissato udienza di precisazione delle conclusioni al 13 novembre 2018, anticipata poi al 6 luglio dello stesso anno. Nella sua relazione, la Juve ricorda che allo stato attuale non ci sono elementi tali da giustificare le responsabilità della Juventus e quindi al momento è impossibile formualre una previsione circa eventuali effetti negativi.

FALSE COMUNICAZIONI - Ancora la Vitoria 2000 Srl. La società ha presentato denuncia e si è instaurato un procedimento penale davanti la Procura della Repubblica di Torino. Inizialmente a carico di ignoti. L'ipotesi è la fattispecie di false comunicazioni sociali per non aver iscritto, nell'apposito fondo 'oneri e rischi' una somma per far fronte alle pretese risarcitorie cui si è fatto riferimento sopra. Chiuse le indagini preliminari, il Pubblico Ministero ha iscritto nel registro degli indagati il Presidente, l'Amministratore delegato e i tre Sindaci della Soceità, ma poi,, pressoché contestualmente, ha anche formulato richiesta di archiviazione nei confronti di tutti gli indagati, in quanto i bilanci erano stati redatti in conformità ai prinicipi contabili con esplicazione nella nota integrative delle effettive ragioni per cui si era ritenuto di non dover appostare un apposito fondo rischi a seguito delle cause civili intentate nei confronti della Juve. La Victoria 2000 Srl ha proposto opposizione alla richiesta di archiviazione e a oggi il Giudice per le Indagini Preliminari di Torino non si è ancora pronunciato.

ALTRE CAUSE - In ballo c'era anche la causa con Costruzioni Romane S.p.A, che, in liquidazione, citò in giudizio la Juve innnazi al Tribunale di Torino chiedendo che venisse accertato l'avvenuto avveramento delle condizioni sospensive al quale era sottoposto il contrat del 5 febbraio 2015 relativo allo sviluppo dell'Area Continassa. Il Tribunale di Torino ha emesso sentenza favorevole alla Juventus e condannato Costruzioni Romane S.p.A a rimborsare le spese di lite. La stessa società ha presentato richiesta di appello,  che la Corte d'Appello di Torino ha ritenuto inamissibile. Il procedimento si è quindi estinto.