Voti truccati, combine, schede nulle. Sembrerebbe una nuova stagione di House of Cards, invece è soltanto quanto emerge fuori, a quarantotto ore di distanza, dalla premiazione del Fifa The Best che tanto scandalo ha suscitato in diretta e tanto ne sta suscitando ancora. Come riporta Tuttosport, le cose in casa Fifa non sono andate certo secondo le regole e la vittoria di Lionel Messi è arrivata illegalmente, non solo immeritatamente. Se non fanno testo i risultati o le note comportamentali (Messi è squalificato con l'Argentina per frasi ingiuriose nei confronti degli arbitri, non certo un modello di Fair Paly), fanno senz'altro scandalo le dichiarazioni del capitano del Nicaragua Juan Barrera e del ct del Sudan Zdravko Lugarosic. Due testimonianze che rischiano di far perdere credibilità al premio assegnato lunedì da Gianni Infantino. 

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VOTI NON VOTI - Juan Barrera ha fatto sapere, ieri, di non aver mai votato per il premio della Fifa e che qualsiasi informazione a riguardo era stata falsificata. Al trentenne giocatore, ha fatto eco anche il ct croato del Sudan, Lugarosic, che ha votato diversamente da quanto poi dichiarato dalla Fifa: non Messi, Van Dijk e Manè, ma Salah, Manè e Mbappè. Insomma, due primi testimoni di un sistema che non ha funzionato, se ancora non si vuol credere che la falla sia stata messa apposta. 

RONALDOFOBIA - Quello che è sembrato essere scattato nella notte de La Scala, è un certo timore politico nei confronti di Cristiano Ronaldo. È quasi parso che, con la vittoria di Messi, la Fifa eleggesse l'argentino come suo uomo immagine, perché meno indipendente rispetto a Ronaldo nel panorama calcistico. Messi vive, sostanzialmente, di calcio giocato, mentre Ronaldo, avendo fatto del suo nome un marchio, rischierebbe di adombrare - anche economicamente - gli interessi della Federcalcio mondiale. E questo, per un Infantino che tiene strette le redini del calcio globale, non può proprio andare bene.