Giovanni Carnevali, ad del Sassuolo, dopo le parole rilasciate ieri, ha realizzato una lunga intervista a Tuttosport in cui ha parlato del caso Berardi, del rapporto con la Juve ma ha anche raccontato chi è Magnanelli e molto altro. "Ma io (sorride) non ho mai litigato con la Juve. Incomprensioni? No, proprio perché non c’è mai stata una trattativa vera e propria ma solo un contatto. Perciò era impossibile litigare o non capirsi".
 
RAPPORTO 'PRIVILEGIATO' - "Una storia assurda: noi facciamo affari con tutti. Anzi, tra i top club la Juve è quella con cui operiamo meno. La verità è che noi lavoriamo con tutti i club, basta guardare le varie sessioni di mercato".
 
COME STA BERARDI - "Domenico sta pian piano recuperando la forma migliore. È inevitabile che abbia patito un momento iniziale di sbandamento di fronte a una situazione, come capita a tutti in questi casi, in cui c’è un grande club che ti corteggia. Poi ha anche sofferto un piccolo infortunio… Ma adesso lo vediamo bene e si comporta da quel che è: un campione in campo e fuori. E come sempre sarà il valore aggiunto per il Sassuolo. Un addio a gennaio? Non si può mai escludere nulla, ma deve arrivare una offerta molto importante, perché noi non abbiamo bisogno di vendere",

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MAGNANELLI - "Mettiamola così: Berardi ha un costo importante, Magnanelli ha un valore importante. Sono felice che un nostro ex giocatore, grazie al lavoro del club e di Dionisi, inizi subito il percorso da allenatore. E mi auguro che possa essere l’inizio di una grande carriera".
 
LEADER DA SEMPRE - "Facile: Francesco è sempre stato il nostro leader e ha incarnato fisicamente il nostro percorso di crescita dalla allora C2 fino alla Serie A. Dove è stato accolto con scetticismo sotto il profilo tecnico, ma grazie alla tenacia, alla dedizione e ai suoi valori si è confermato anche lì. Ecco, questo suo modo di essere e di lavorare gli ha permesso di completare una carriera non banale e, ora, di iniziarne un’altra. Un futuro da primo allenatore? Intanto è solo all’inizio, non carichiamolo… Ma lui ha personalità e voglia di imparare da “primo". 
 
PREOCCUPAZIONE PER L'INIZIO? - "Sinceramente no: noi, bene o male, partiamo sempre con qualche difficoltà. È successo anche l’anno scorso. Vede, noi cambiamo sempre tanto, operiamo cessioni pesanti anche tecnicamente e ripartiamo dai giovani: inevitabilmente si soffre di più e serve più tempo per assimilare gli insegnamenti di Dionisi. Quest’anno, poi, abbiamo avuto anche un calendario complicato: serve pazienza, lo sappiamo, e siamo nel percorso adeguato".

SU LOCATELLI - "Tutto il bene possibile. Sono molto affezionato a Manuel sia a livello personale sia come giocatore. Ricorderò sempre il giorno del suo arrivo dal Milan: la fatica, l’investimento… Ci credevamo e avevamo ragione. Lui può ricoprire più ruoli in mezzo al campo perché ha talento, qualità e carattere. È uno dei migliori talenti del nostro calcio".

RAPPORTO CON ALLEGRI - "Alt: io l’ho conosciuto ben prima. Facevo il ds a Pavia, era il 1988: giocavano lui e Riky Massara. Tra noi c’è un rapporto ottimo, d’amicizia prima ancora che professionale".
 
JUVE DA SCUDETTO - "Non avevo nessun dubbio sulla Juve: ha cambiato poco, ha recuperato giocatori che non erano al top, come Vlahovic e Chiesa, non ha impegni infrasettimanali e ha un allenatore bravissimo: per me è una candidata allo scudetto. La vera anti-Inter".

SU FRATTESI -"Frattesi aveva l’ambizione di andare in un grande club ma non ha espresso preferenze. La Juve è stata una delle prime a interessarsi ma poi, per strategia o per altre scelte, non ha affondato il colpo. C’erano altri club, dall’Inter al Napoli che ci ha provato non poco, e il giocatore ha fatto la sua scelta».