Prima di iniziare con l'intervista, Massimo Carrera precisa: "Sono tifoso juventino da sempre grazie a mio padre" ci ha raccontato. Il bianconero nel cuore e nel petto: l'ex difensore ha vestito la maglia della Juve dal 1991 al 1996 tornando a Torino insieme ad Antonio Conte dal 2009 al 2011, prima come tecnico delle giovanili, poi come collaboratore tecnico e infine nel ruolo di allenatore ad interim nel periodo della squalifica di Conte. Oggi è alla ricerca del progetto giusto dopo l'ultima esperienza al Bari, e intanto studia il calcio da fuori.

Superlega sì o Superlega no?
"Con tutto quello che è successo è difficile farsi un'idea. Bisognerebbe capire alcuni aspetti ancora poco chiari, ma per il momento diciamo che mi sono fatto un'idea abbastanza negativa".

Come mai?
"Perché il bello del calcio è il poter vincere o perdere con chiunque, non c'è mai nulla di scontato. Con la Superlega non ci sarebbe più quell'emozione che si prova quando una piccola vince contro una grande, per esempio. Sono aspetti che fanno da sempre parte del calcio".

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Un calcio che sta vivendo una grande crisi.
"Bisognerebbe tirare il freno su tutto. Ci sono troppi soldi che girano, per l'acquisto di giocatori e per pagare i loro ingaggi. Bisognerebbe trovare un tetto agli stipendi, credo che quella sia una soluzione".

Che futuro vede per la Juve?
"E' nel pieno di un cambio generazionale, bisogna dare tempo ai nuovi arrivati di entrare nell'età della maturità. La società ha intrapreso questa strada e ha fiducia nel futuro. E' chiaro che, se vai in Superlega, magari ti danno 300 milioni di euro per rifare la squadra e puoi rinforzarti come vuoi".

Che idea si è fatto del comportamento di Agnelli?
"Credo che cambiare di punto in bianco il calcio non sia la mossa giusta. Si è cercato di mettere il business davanti al calcio, e non so se sia stato fatto davvero per il bene di questo sport o se ci siano altri interessi dietro. La verità è che il calcio, quello vero, è tradizione e tifo, è qualcosa di ramificato da tempo che non si può trasformare".

La riforma della Champions può essere la strada giusta?
"Magari sì. Io farei partecipare più squadre, aumentando gli scontri diretti e togliendo le teste di serie".

Passiamo al campo: cosa sta succedendo a Ronaldo?
"Sta vivendo un periodo no. Purtroppo quando gli attaccanti hanno questi momenti fanno fatica a trovare il gol e può portare Ronaldo a innervosirsi. Cristiano ha sempre voglia di vincere e di essere protagonista".

C'è chi dice che con l'acquisto di Ronaldo si sia indebolita la squadra.
"Ma va, hanno fatto bene a prenderlo. Adesso sento dire tanti 'se', 'ma'.... ma parlare dopo è sempre facile. La controprova non esiste".

Da chi deve ripartire la Juve del futuro?
"Faccio quattro nomi: Chiesa, Dybala, Kulusevski e De Ligt".

Pirlo rimarrà sulla panchina bianconera?
"Penso che se la società ha scelto Andrea è per portare avanti un progetto. Io penso che abbia fatto un buon lavoro, spesso condizionato da tante situazioni complicate che si sono vissute in questa stagione".

Ha sentito il suo amico Conte?
"Sì, due o tre mesi fa quando ero appena arrivato a Bari. Ad oggi Antonio ha più possibilità di vincere lo scudetto che di perderlo. Ora dipende solo da loro".

Secondo lei tornerà mai alla Juve?
"E' impossibile da dire, al momento non ho idea. Allora fu Antonio a decidere di andare via. Però posso dire che spesso la vita è strana, alcune volte si pensa che una cosa sia impossibile e poi succede".