PROGETTI - "Cosa me l'ha fatto fare? Mi ha convinto quanto il calcio potrebbe fare, e ancora non fa, per il Paese. Non dico ovviamente solo in termini economico-finanziari e di indotto. Ma in quanto risorsa “pubblica”. È un’opportunità che non voglio perdere".
CHI L'HA SCELTO - "Non è stato solo lui, sono stati in più a chiedermi una disponibilità. Alla fine tutto il gruppo degli undici che mi hanno votato. Li ringrazio di cuore per aver puntato su di me. Ma sia prima, sia dopo l’elezione ho parlato con tutti. Non sono il riferimento di un club o di una maggioranza, ma di tutta la serie A. Tra gli undici ci sono anche proprietà americane, che sono stato felice di conoscere. La Juventus si è astenuta, ma poi mi ha manifestato supporto, e in questi giorni ho scambiato punti di vista con loro. L’Inter e il Milan immaginavano un profilo diverso, me lo hanno detto, ma nulla di personale".
RIFORME? NI - "I principi informatori non sono norme di dettaglio, che possano vincolare l’autonomia statutaria della Lega in ogni suo profilo. Sugli aspetti economici, un’associazione privata è libera di organizzarsi come ritiene, nel rispetto della legge. A Gravina l'ho detto, come avviene tra soggetti che collaborano con lealtà e si riconoscono nella loro reciproca autonomia. La proroga del commissario ad acta Terracciano rischiava di configurare un controllo su aspetti che non riguardano i principi, ma altri profili riservati all’autonomia della Lega. L’ho fatto presente e il presidente Gravina, che ringrazio, mi ha rassicurato".
LITIGI IN LEGA - "L’agonalità appartiene allo sport e quindi anche alla Lega. Proverò a convogliarla verso gli obiettivi comuni! La classe dirigente del calcio spero sia all’altezza di questa sfida. Vedo analogie con alcuni settori della pubblica amministrazione. Ci sono potenzialità enormi, ma mancano alcune competenze per tradurle in atto".
STADI - "Sugli stadi mi colpiscono due cose. Hanno un’età media di oltre sessant’anni anni, e in nove casi su dieci non sono dotati di impianti efficienti sotto il profilo energetico. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, il cosiddetto Pnrr, può essere un’occasione per riqualificarli. Non possiamo perderla. Lo stadio è una risorsa, non solo in senso sportivo. È anche un’infrastruttura di potenziamento tecnologico ed è un potente luogo di inclusione sociale".
ARBITRI - "L'’arbitro in Italia è forse il mestiere più difficile che esista. Nel calcio la velocità lo rende ancora più arduo. Non si è ancora trovato il connubio positivo tra tecnologia e fattore umano, perché siamo in una fase di sperimentazione. Challenge? Nessuna preclusione, a patto che la tecnologia serva per migliorare la decisione e non per complicarla".