C'è grande caos intorno alla Juventus. Andrea Agnelli è sotto accusa, è stato deferito dalla Procura Federale e ora, da più parti, si ritengono per dimostrati e indiscutibili i rapporti tra la il presidente della Juventus ed esponenti della criminalità organizzata, nello specifico della 'ndrangheta. Ma nel caso tante informazioni false sono passate per vere solo perché più comode o sensazionaliste e allora proviamo a fare un sunto generale, ricordando come si sono sviluppati i fatti e aggiornando con ogni novità. Nota: in coda le notizie più vecchie, in alto le più recenti.

25.03, 9.40, PARLA ROSY BINDI - Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, ha parlato a La Repubblica. Per saperne di più leggi qui

Barça su Dybala? La Juve risponde: nel mirino sei giocatori blaugrana
25.03, 08.45, IL CHIARIMENTO DI MANFREDI - Massimiliano Manfredi, membro della Commissione Antimafia, ha rilasciato un'intervista a Tuttosport in cui chiarisce la situazione attuale. Per saperne di più leggi qui.

24.03, 22.30 SPUNTA CONTE - Nelle intercettazioni è spuntato il nome di Antonio Conte. Per saperne di più leggi qui

IL CLAMOROSO ERRORE - L'intercettazione sembra non esistere. Non si trova. Dov'è? E la viene fuori qualcosa di sorprendente: quella intercettazione non avrebbe Agnelli come protagonista, ma sarebbe in tutt'altro periodo e contesto. Potete leggere qui. E dal Parlamento arrivano grosse perplessità: potete leggere qui.

IL CAOS - La cosa davvero clamorosa è che di quelle intercettazioni non trova traccia nemmeno la stessa Commissione. E lo rende noto in più occasioni, delineando scenari fin qui impensabili: potete leggere qui.

IL COLPO DI SCENA - I giorni più confusi, però, sono gli ultimi. Chiappero viene nuovamente ascoltato dalla Commissione Antimafia ribadendo la buona fede di Agnelli e anche che non ci sarebbero mai stati contatti amicali tra il numero uno della Juventus e Dominello o altri esponenti della criminalità organizzata, ma semplici incontri di gruppo come con tanti altri tifosi. Qui, però, cambia tutto. Secondo quanto riportato dall'Huffington Post (con tanto di fotografie) durante l'audizione sarebbero state lette due intercettazioni, citate dal Procuratore Federale Pecoraro, che avrebbero smentito la tesi di Chiappero: potete leggerle qui. Chiappero resta evidentemente sorpreso: questa intercettazione negli atti non esiste. 

IL DEFERIMENTO - Poi arriva il deferimento, che potete leggere qui. L'atto della Procura Federale è ricco di accuse pesanti nei confronti della Juventus, che esulano anche eventuali violazioni del Codice di Giustizia Sportiva. È un dato di fatto incontrovertibile affermare che si sfocia in argomenti non di competenza di Pecoraro. A questo deferimento Agnelli risponde con questa conferenza stampa.

CHIAPPERO ALL'ANTIMAFIA - Davanti alla Commissione Antimafia si presenta Luigi Chiappero, avvocato di Andrea Agnelli, che afferma: "Non c'è una sola intercettazione che riguardi il presidente della Juventus, mai un riferimento ad un incontro, mai. Ci sono solo due telefonate tra il presidente e D'Angelo e sei telefonate in cui terzi parlano in modo irrilevante del presidente relativamente ai biglietti". Potete leggere la sua dichiarazione completa qui.

LA PRIMA ACCUSA - La Commissione Antimafia ascolta il procuratore federale Giuseppe Pecoraro che, all'Ansa, rivela che: "Stiamo valutando le memorie difensive della Juventus che ci sono state consegnate ieri sera. Solo dopo un’attenta valutazione delle stesse prenderemo le nostre determinazioni. Tra l’altro, ho chiesto che l’audizione odierna fosse secretata, proprio perché ci sono ancora valutazioni in corso". In precedenza era emersa una sua dichiarazione in cui definiva Rocco Dominello un rappresentate della Cosca Bellocco Pesce di Rosarno e affermava che avesse rapporti con Agnelli. E Marco Di Lello, coordinatore sport della Commissione Antimafia, annuncia: "Agnelli dice di non aver mai incontrato boss mafiosi eppure risulta dagli atti, proprio per questo gli chiederemo di venirci a spiegare in Antimafia. Sentiremo la Juventus e vedremo quello che ha da dire a propria discolpa, rispetto alle accuse che stanno emergendo sia dalla Procura di Torino che dalla Federcalcio. Qui Agnelli twitta: Nel rispetto di organi inquirenti e giudicanti ricordo che non ho MAI incontrato boss mafiosi. Ciò che leggo è FALSO”.

ENTRA IN SCENA LA COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA - La Commissione ascolta in seduta secreatata i sostituti procuratori di Torino che hanno seguito l'inchiesta denominata "Alto Piemonte" per farsi una prima idea della situazione.

ENTRA IN SCENA LA PROCURA FEDERALE - A gennaio, Giuseppe Pecoraro invia alla Juve un documento secondo cui la società sarebbe scesa a patti con gli ultras. Patti resi possibili dal fatto che Agnelli ha partecipato personalmente a incontri con esponenti della malavita organizzata. La Juve risponde con un comunicato ufficiale in cui si ricorda la posizione della società e l'esito delle indagini della Procura di Torino. Manifestando volontà a collaborare anche con la giustizia sportiva.

INCHIESTA DELLA PROCURA DI TORINO - Nell'inchiesta della Procura di Torino la Juventus non risulta in alcun modo indagata. Agnelli e qualunque tesserato della società è sentito esclusivamente come testimone.

I PERSONAGGI - I personaggi coinvolti sono, principalmente: Andrea Agnelli, presidente della Juventus; Rocco Dominello, esponente degli ultras nella catena della vendita legata al bagarinaggio e indagato per associazione mafiosa; Alessandro D'Angelo, security manager della Juventus; Francesco Calvo, direttore marketing della Juventus, ora al Barcellona. Giuseppe Pecoraro, nome che tornerà spesso, è invece il Procuratore Federale.