21.05 - Ansa - La Corte federale ha accolto l'istanza per revocazione del processo plusvalenze, presentata dalla procura Figc, e ha così riaperto un procedimento sportivo a carico della Juventus. Sanzioni solo per la Juve e i suoi dirigenti, prosciolti gli altri club

21.00 -

19.05 -
Le parole di Chiné riprese dall'agenzia Ansa: "La Juve deve andare dietro la Roma"

19.00 - La sentenza dovrebbe arrivare entro qualche minuto, si attende la decisione definitiva.

18.10 - Il comunicato FIGC sulla chiusura dell'udienza. Il dispositivo è atteso in serata.

17.26
- L'udienza si è appena conclusa. Il giudizio definitivo della Corte Federale è atteso in serata.

16.30 - Secondo quanto riportato da La Repubblica, durante l'esposizione della propria linea difensiva nell'ambito dell'udienza in corso in queste ore presso la Corte Federale d'Appello per il caso plusvalenze, il legale della Juventus Nicola Apa ha chiesto che il procedimento di revocazione fosse rigettato per una questione formale: la Procura avrebbe infatti ecceduto i termini per presentare la richiesta. I primi fatti nuovi sarebbero entrati in possesso degli inquirenti a fine ottobre, e il codice di giustizia sportiva prescrive il termine di 30 giorni per la richiesta di revocazione, arrivata, invece, solo il 22 dicembre, ossia 56 giorni più tardi.

Inchiesta plusvalenze, i tre scenari possibili: ecco come si muoverà la Juventus
La Juventus, intanto, ha presentato la propria difesa sulla base del principio del "ne bis in idem", cardine dell'ordinamento italiano per il quale nessuno può essere processato due volte sui medesimi fatti: "Ricorso inammissibile, in ragione dell’assenza, nel caso in esame, dei presupposti applicativi di tale mezzo di impugnazione straordinario”, cioè di “fatti nuovi”. 

E ancora, sempre dalla difesa: "Nessuno degli elementi valorizzati dalla procura Federale" nell'ambito delle operazioni di mercato "dimostra l'esistenza di una artificiosa sopra-valutazione dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori alle predette operazioni, con ciò rendendosi piena infondatezza dell'odierno ricorso". Circa la "sussistenza di documenti interni e budget riportanti l'indicazione di plusvalenze come obiettivo strategico", "non costituiscono affatto - scrivono i legali - un elemento che possa fondare la natura fraudolenta e artificiosa delle operazioni concluse e dei valori ad esse assegnati".