Nicolò Fagioli è stato ufficialmente squalificato per sette mesi ma l'indagine non si ferma. Molto passerà da quelle chat che la Procura di Torino sta estraendo dai cellulari di Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo. La Procura della Figc  attende per capire se il caso scommesse si allargherà oltre i tre giocatori già citati. Non solo altri "scommettitori", l'inchiesta potrebbe riguardare anche coloro che erano a conoscenza dei fatti e che rischierebbero la squalifica per omessa denuncia. 

I DUBBI DI CHINE' - Lo dice il comma 5 dell’articolo 24 del codice: i soggetti venuti a conoscenza di un compagno che scommette sulle partite - o è intenzionato a farlo - hanno l’obbligo di informare «senza indugio» la procura Figc. Il procuratore Chiné, scrive il Corriere dello Sport, si chiede quanti nell’ambiente avessero percepito il giro d’affari. Del resto, le parole di Fagioli hanno fatto scalpore: "Dragusin e Gatti mi hanno prestato i soldi". I due non avrebbero mai sospettato la destinazione di quei 40 mila euro (a testa) elargiti al compagno, eppure la frase "gli ho detto che mi servivano per comprare un orologio e che avevo i conti bloccati da mia madre" non convince del tutto gli inquirenti.

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SQUALIFICA 'LEGGERA' - In ogni caso comunque, visti i sette mesi di squalifica per Fagioli, l'omessa denuncia difficilmente porterebbe a una pena rilevante. Anzi, l’accordo procura-Fagioli, si legge,  potrebbe diventare un’esca per permettere a tanti (anche compagni dell’ex Milan) di uscire allo scoperto e confessare che sì, erano a conoscenza di tutto, con una squalifica magari di un solo mese.