Probabilmente questo “giallo etico” finirà per sgonfiarsi al pari di tante altre vicende di malcostume all’italiana. Al di là della inammissibile figuraccia rimediata dai cinque rappresentanti del collegio universitario di Perugia, troppi sono i nodi da sciogliere con la trasparenza che il “caso” meriterebbe è difficile sarà dare un senso anche sotto il profilo investigativo agli equilibrismi di avvocatura dialettica dei protagonisti “indiretti” della vicenda (leggi dirigenti e avvocati bianconeri).
Ebbene, proprio questo dubbio destinato a non svanire mi infastidisce e soprattutto mi rattrista. Non potrebbe essere altrimenti per chi ha amato la Juventus in maniera quasi viscerale fin dai tempi della prima giovinezza. Una squadra mitologica composta da personaggi persino letterari, da Sivori a Platini, da Zoff a Paolo Rossi, da Baggio a Del Piero. Una società potente ma mai prepotente, fascinosa ed elegante, i cui vertici perseguivano non solo la vittoria ma anche il modo in cui veniva ottenuta. Era la Juventus dell’avvocato Gianni Agnelli, di Giampiero Boniperti e del dottor Giuliano. Era odiata perché temuta, certamente non perché cercava vie traverse e scorciatoie contrarie all’etica sportiva.
Ecco perché dico che sembra essere una maledizione. Guarda caso oggi a guidare la Juventus c’è Andrea Agnelli che è il figlio secondogenito di Umberto e il “figlioccio” di Antonio Giraudo. Certamente voler paragonare lo scandalo di Calciopoli alla farsa perugina di Suarez sarebbe come equiparare una coltellata al cuore con un pugno sui denti. Impossibile e ingiusto. Ma è il principio che conta e fa male. La percezione fastidiosa è quella che, talis pater talis filius, Andrea Agnelli possieda la medesima filosofia e metodologia del genitore ispirata a quel pericoloso concetto di intoccabilità che spinge a credere di poter fare e disfare a proprio piacimento senza pagare pegno. Di sicuro vi è che la Juventus dell’Avvocato e di Boniperti, quella per la quale si provava vero amore, non sarebbe mai caduta così miseramente in una trappola per topi.