Lo scandalo "Last Banner" ha alzato un polverone che non tende a placarsi. Dopo l'arresto di 12 capi ultrà lo scorso 16 settembre e l'assenza del tifo organizzato per le gare contro Atletico Madrid e Verona, spunta un altro retroscena sul finale della stagione 2017/18.

LA TESTIMONIANZA - Secondo La Gazzetta dello Sport, infatti, durante la deposizione del 21 gennaio scorso, l slo bianconero Alberto Pairetto - era la persona che teneva i contatti tra società e tifoseria - parla della lettera ricevuta dal questore di allora Francesco Messina. Un documento datato 17 aprile 2018 (cinque giorni prima della partita contro il Napoli persa per un gol di Koulibaly) nel quale viene chiesto di tagliare il cordone ombelicale con gli ultrà e la cessione irregolare dei biglietti: "A fine campionato avviene il punto di rottura - racconta Pairetto - il Questore ci ordina di non concedere più nulla per le ultime tre partite e con la Questura concordiamo, su ostra richiesta, di posticipare le nuove regole al campionato successivo. Era un momento difficile per la squadra e avevamo paura che ci facessero chiudere lo stadio. Era necessario che la premiazione dell'eventuale vittoria dello scudetto non fosse compromessa anche a livello di immagine con azioni violente. Un'invasione di campo poteva essere un problema serio".

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LA DENUNCIA - Il 19 giugno di un anno fa arriva la denuncia: Pairetto comunica alla Digos di voler tagliare i rapporti con gli ultrà. A quel punto inizia l'inchiesta che porta all'arresto dei 12 capi ultrà e alla gara col Verona, la prima senza tifo organizzato. 38 ultrà hanno avuto il Daspo per 10 anni, la Sud è pronta a cambiare per sempre. Alle 10.30 è in programma una conferenza stampa presso la Questura di Torino, nella quale verranno forniti ulteriori dettagli.