RIMPIANTI - «I miei figli mi sfottono: non eri tanto forte, papà. Io rispondo: per me la cosa importante è essere un bravo papà. Poi mi metto a vederli davvero i gol. E mi dico: cavolo, Madre Natura mi ha dato tutto. Ma se avessi avuto equilibrio, dopo il Real sarei andato a un’altra grande squadra. Avevo una richiesta del Liverpool e una della Juve che era appena tornata in Serie A. Avevo l’accordo col Genoa, poi il grande Garrone mi ha affascinato con l’idea della Samp. E magari a Liverpool o Torino non avrei incontrato Carolina, mia moglie».
CRITICHE ALLA JUVE - «La Juve ha fatto un’ottima partita nel derby. Ma scordatevi che faccia possesso palla o domini la partita. La Juve con Allegri è un anno e mezzo che fa schifo, è rimasto a dieci anni fa. E ha la rosa più forte del campionato. Vale anche per l’Inter, e lo dico da interista: sono le squadre più forti. Inzaghi è giovane ma ho l’impressione che l’Inter sia più grande di lui. È a 18 punti dal Napoli, che ha la forza delle idee».
SPALLETTI - «Per colpa mia. Dopo l’allenamento alla Roma i più giovani portavano via le porte. Lui arrivò e ci disse: da oggi, le porte le toglie tutta la squadra. Metteva regole. Il volume della musica? Io lo tenevo alto, lui veniva e lo abbassava. Non guardava in faccia nessuno, Cassano, Totti o Montella: dopo tre giorni in cui mi sono comportato male mi ha tolto la fascia di vice capitano e mi ha messo fuori rosa, giustamente. Dopo che mi sono comportato bene, ma dovevo andare al Real, mi ha detto: tu potresti giocare con me. In 5 partite tra campionato e coppa feci 3 gol e 2 assist. Ancora oggi ci sentiamo: con lui puoi parlare di calcio, di vini, di cibo. A Roma lo hanno disintegrato, lui come Luis Enrique. Forse si saranno pentiti…».